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Carabiniere ucciso a Roma, il collega sopravvissuto al massacro: "L'ho sentito urlare e poi..."

Cristina Agostini
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Insieme a Mario Cerciello Rega, c'era un altro carabiniere. Si è salvato perché il destino ha voluto che lui si occupasse dell'altro aggressore e non dell'assassino che ha ucciso, massacrandolo di coltellate, il suo collega. Il carabiniere che era di pattuglia con il vicebrigadiere ammazzato nel quartiere Prati, a Roma, è il testimone principale di questo orrore. Tutto sarebbe iniziato "con un borseggio a piazza Mastai, la vittima viene derubata di borsello e cellulare, denuncia il furto ai carabinieri dopo aver chiamato il suo cellulare rubato dai due magrebini. Al telefono i ladri gli avevano dato appuntamento vicino a piazza Cavour per la restituzione in cambio di una somma di denaro".  Leggi anche: Carabiniere ucciso a Roma, due nordafricani oppure...? Un mistero dopo il fermo nell'hotel di lusso a Prati "Quando li abbiamo visti ci siamo avvicinati, ci siamo qualificati e dopo pochi istanti ne è nata una colluttazione tra i due carabinieri e i due magrebini". Il collega del vicebrigadiere ucciso ha raccontato ai colleghi che ad un certo punto "ho sentito Mario urlare colpito da più coltellate. Mi sono precipitato per soccorrerlo mentre i due si davano alla fuga. Ho chiamato subito i soccorsi e la centrale operativa per chiedere aiuto e dare la descrizione dei due aggressori". L'identikit tracciato è quello di due magrebini di 20-25 anni "alti circa 1 metro e 80 centimetri, con felpa viola e nera, uno con capelli mesciati, durante colluttazione uno dei due stranieri attingeva il vice brigadiere Cerciello con 7 coltellate, una delle quali al cuore".  

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