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Papa Francesco, l'affondo di Antonio Socci: "Il suo slogan in sintesi? Prima gli islamici"

Davide Locano
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La carne di maiale non è solo gustosa cucina, ma anche civiltà italiana, come il vino e il parmigiano. Non a caso "November porc", che è in corso in Emilia, è la maggiore manifestazione europea dedicata al maiale. Chissà se un giorno sarà "scomunicata" o soppressa per non urtare i musulmani. Viene da pensarlo dopo che ieri papa Bergoglio, ritenendo di compiacere gli islamici, ha messo al bando il maiale dal pranzo dei poveri in Vaticano. Un' idea analoga ai ridicoli tortellini "demaializzati" inventati due mesi fa dalla Curia di Bologna, sempre per lo stesso motivo. Leggi anche: Papa Francesco, Nuzzi e l'operazione "San Michael": il dossier segreto Sul Corriere della sera, Marco Cremonesi, ieri ha definito quella dei tortellini una fake news. Ma è una notizia così certa che sullo stesso Corriere, il 3 ottobre scorso, Ernesto Galli della Loggia le dedicò l' editoriale intitolato: "Una sfida epocale alla Chiesa". Attualissimo oggi di fronte alla trovata di Bergoglio smanioso di piacere al mondo islamico. «Qui non c' è carne di maiale, anche gli altri ospiti possono mangiare tranquillamente tutto», ha spiegato mons. Rino Fisichella, che ha organizzato il pranzo. Così i poveri (cattolici, agnostici o atei) che per una volta avrebbero potuto mangiare carne hanno dovuto rinunciarci. Un' idea punitiva dei poveri non islamici. La trovata bergogliana si potrebbe sintetizzare con lo slogan: prima i musulmani. E non è solo una questione di cucina. Galli della Loggia in quell' editoriale scriveva: «ci sono ragioni ben più importanti di quelle dei buongustai per continuare a ragionare intorno alla decisione di bandire la carne di maiale dalla preparazione dei tortellini. Perché qui non si tratta tanto delle "nostre tradizioni" o di altre cose simili. Si tratta, a me pare, di alcuni decisivi indirizzi di fondo della Chiesa Cattolica». Galli parlava della «tendenza ormai avvertibile per mille segni» a sciogliere il cattolicesimo «nell' indistinto». Da anni - scriveva l' editorialista - a livello planetario avanza «un' ideologia etica» basata sui «diritti umani» e «di essa sono venuti progressivamente a far parte, insieme alla crescita continua dei suddetti diritti, il pacifismo, l' ecologismo, l' antisessismo e quant' altro potesse essere compreso in un' indistinta prospettiva mondialistico-buonista sotto l' egida di qualche organizzazione o movimento internazionale». SFIDA INEDITA Tutto questo ha posto il cattolicesimo davanti a «una sfida interamente inedita», perché «una morale anch' essa universale, d' ispirazione naturalistica e di tono fortemente laico» gli contende il campo. La Chiesa di Bergoglio risponde a questo fenomeno tendendo - dice Galli - «a deporre ogni tratto della propria identità storica che denunci uno scostamento troppo marcato dai principi dell' indistinto etico-mondialista». Cioè si arrende. Un' adesione suicida all' ideologia multiculturalista che porta a rifiutare ciò che è cristiano o occidentale per sottomettersi alle culture altrui come quella islamica. Benedetto XVI aveva così descritto questa ideologia: «C' è qui un odio di sé dell' Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l' Occidente tenta sì, in maniera lodevole, di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L' Europa ha bisogno di una nuova - certamente critica e umile - accettazione di se stessa, se vuole davvero sopravvivere. La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie». Il Pd in perfetta sintonia con Bergoglio ieri - per bocca del segretario Zingaretti - ha rilanciato l' idea dello "ius soli" e dello "ius culturae" per migliaia di immigrati. Perfino i grillini - con buon senso - hanno obiettato: «C'è mezzo paese sott'acqua e uno pensa allo ius soli? Siamo sconcertati». Oltre agli allagamenti è in corso la tragedia dell' Ilva, con ventimila famiglie che rischiano di trovarsi sulla strada e i "progressisti" pensano allo ius soli per gli immigrati. A loro non importano gli italiani. Del resto gli immigrati con lo ius soli potranno fare ciò che gli italiani non vogliono più fare: per esempio votare Pd. di Antonio Socci

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