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Carola Rackete, dalla Patagonia al Mediterraneo: "Nuova missione". Altro che Greta: migranti in Italia

Giulio Bucchi
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"Pronta a ripartire". Carola Rackete, la tedesca capitana della Sea Watch arrestata lo scorso giugno a Lampedusa per aver forzato il blocco della Capitaneria di porto speronando una motovedetta per far sbarcare 40 profughi in Italia, si è detta "disponibile a ripartire per una nuova missione nel Mediterraneo".   Leggi anche: "Io, contro Salvini". Il meloniano lascia FdI e si arruola con Sea Watch in nome di Carola "Sono ancora sulla mailing list che viene usata in caso di emergenza", ha dichiarato l'attivista in una intervista all'agenzia di stampa Dpa. Per il momento, nessuna data o missione certa, ma non è da escludere che si torni a parlare di lei la prossima estate, quando le correnti e le temperature saranno più miti e i flussi migratori, come da tradizione, più abbondanti. Soprattutto, se ci sarà ancora il Pd al governo, Ong e Rackete troveranno un'accoglienza meno ostile.  Resta per la Rackete un problema giudiziario: agli arresti domiciliari e poi rilasciata e autorizzata a lasciare l'Italia, è ancora sotto processo per favoreggiamento dell'immigrazione illegale e resistenza a nave militare. Due accuse non da poco, insomma, che però non hanno fermato l'attività "non governativa" di Carola, impegnata anche in una svolta green sulla scia di Greta Thunberg: è infatti partita per l'Antartide sulla Artic Sunrise e ora si trova in Patagonia, in attesa di imbarcarsi nuovamente per il Polo Sud stavolta sulla Maria S. Merian.

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