Foibe, il racconto inedito dell'orrore: "Italiani fatti a pezzi dai partigiani comunisti e trasformati in sapone"

di Giulio Bucchidomenica 11 febbraio 2018
Foibe, il racconto inedito dell'orrore: "Italiani fatti a pezzi dai partigiani comunisti e trasformati in sapone"
2' di lettura

Non basta il giorno del ricordo sulle foibe per ripagare le vittime e i loro famigliari di mezzo secolo di silenzio su una delle pagine più tragiche della Seconda guerra mondiale italiana. Morti italiani, ma "dalla parte sbagliata della storia" perché i carnefici non erano nazisti o fascisti, ma comunisti e partigiani, jugoslavi di Tito, su cui i compagni di casa nostra hanno ordinato di tacere per decenni. Il Giornale pubblica alcuni stralci di una terrificante testimonianza di un abitante di Fiume, che all'epoca aveva 20 anni e che oggi, 75 anni dopo, vuole mantenere l'anonimato "perché ha ancora paura".  GUARDA IL VIDEO - Meloni, la rabbia sulle foibe: "Mattarella come Napolitano" Tra il settembre e il novembre 1943 andò in scena in Istria, appena tornata sotto il controllo jugoslavo, una autentica mattanza di italiani (considerati genericamente "fascisti") e croati anti-titini. Chi ricorda quei giorni fu poi fatto prigioniero dai nazisti e in un campo di concentramento fuori da Pola incontrò il carabiniere Moscatello, di stanza a Sussak dove i partigiani occuparono il paese per una settimana, dopo l'8 settembre e prima del ritorno dei nazisti. Incominciò la strage di italiani: almeno un migliaio finirono massacrati. I partigiani jugoslavi, raccontò al testimone il carabiniere Moscatello, requisì il callulare della polizia con cui rastrellava casa per casa gli italiani. e "...velocemente entrava nello stabilimento della cartiera..." di Sussak. Il carabiniere "di nascosto entrò nella cartiera... e assistette a una cosa impressionante". "Appena entrato facevano scendere le persone all'interno e le ammazzavano facendole immediatamente a pezzi". Esecuzioni sommarie a cui seguiva l'orrore: per far sparire i cadaveri prima del ritorno dei nazisti, le foibe erano troppo rischiose. "Moscatello ebbe anche a vedere che poi i pezzi venivano messi sulle cassette di legno per essere trasportate con il carretto nell'adiacente saponificio - si legge nella testimonianza scritta - passando per un piccolo ponticello in legno attraversando il fiume Eneo". Come i nazisti con gli ebrei. "Moscatello mi disse che inorridito, sempre di nascosto si ritirò non potendo fare niente. Se lo avessero visto avrebbe certamente fatto la stessa fine".

ti potrebbero interessare

altri articoli di Italia