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Coronavirus, il virologo Maga: "Preoccupa il numero di persone in rianimazione. In Italia sono il doppio che in Cina"

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 È presto per cantare vittoria sul coronavirus. "I casi sono rallentati per un giorno, ma i dati sono altalenanti. Non c' è ancora una tendenza chiara. Da un lato si conferma la maggioranza di casi lievi o moderati, dall' altro preoccupa la percentuale di pazienti in terapia intensiva in Lombardia". Giovanni Maga, virologo e direttore dell' Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, intervistato da Repubblica non si fida del raggio di sole che filtra tra le nuvole: 149 guariti e contagiati arrivati a 1.835, 258 in più rispetto a domenica. Fra loro, 927 restano a casa, 742 sono ricoverati con sintomi (ma non sappiamo quali) e 166 sono più gravi in terapia intensiva. "Negli ultimi tre giorni abbiamo fatto tre balzi di circa 200, ancora 200 e l' altro ieri 500 casi. Ieri siamo aumentati "solo" di 250 casi. Ma i numeri oscillano parecchio. Resta la cautela. Ci vorrà un' altra settimana. Siamo nell' ondata di contagi iniziata il 21 febbraio, con la scoperta dei focolai di Codogno e Vo'. Se il tempo di incubazione può arrivare a due settimane, quelle infezioni potrebbero non essere ancora emerse tutte. Siamo sotto a un' ondata importante, ma è difficile avere un quadro chiaro. Questo virus è sfuggente. È stato suggerito che per ogni caso rintracciato ce ne siano due che non scopriamo. Oggi anche Francia, Germania e Gran Bretagna assistono a un aumento dei contagi.
Può darsi che nei prossimi giorni si avvicinino ai nostri numeri".

Infine il virologo fa una disanima tra contagi e ricoveri: "Colpisce il numero di persone in terapia intensiva. In Cina si è calcolato che il 5% degli infetti ha bisogno del ricovero in rianimazione. In Lombardia siamo a 127 persone su 1.077 positivi, cioè oltre il 10%. In Emilia Romagna e Veneto il dato non è così alto".

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