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Coronavirus, la denuncia dei medici: "Noi non sottoposti a tampone, una leggerezza catastrofica"

 Coronavirus

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I medici che sapevano di essere a rischio contagio sono andati lo stesso a lavorare. Uno schema che si è ripetuto in decine di ospedali lombardi e che ha scatenato i contagi. Così "sono diventati il principale vettore di diffusione" del coronavirus, hanno scritto 13 medici del Papa Giovanni XXIII di Bergamo in un articolo sul New England journal of medicine . Insomma, questa è la ragione per la quale in Italia c'è stato un numero impressionante di malati: "non aver fatto le analisi e un attento tracciamento dei contatti per il personale sanitario è stato inspiegabile ed ha avuto effetti catastrofici", confermano alcuni medici al Corriere della Sera.


Il 10 marzo le strutture sanitarie lombarde hanno infatti recepito le indicazioni di Roma: "Per l' operatore asintomatico che ha assistito un caso probabile o confermato di Covid-19" senza adeguate protezioni, "o l'operatore che ha avuto un contatto stretto in ambito extra lavorativo, non è indicata l' effettuazione del tampone". E ancora: "In assenza di sintomi non è prevista l' interruzione dal lavoro".

E così medici e infermieri ad altissimo rischio hanno così continuato a lavorare con la sola mascherina chirurgica, e senza alcun accertamento per capire se fossero malati. Poi, molti di essi, si sono ammalati davvero.  

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