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Inps, i dati personali degli utenti? "Improbabile un attacco hacker", parlano gli esperti: cosa è successo davvero

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Il sito dell'Inps completamente in tilt. Dopo l'impossibilità di accedervi a causa delle troppe richieste del Bonus da 600 per far fronte al virus, ecco che spuntano anche i dati personali degli utenti. Un vero e proprio flop che sfocia nell'illegalità e che subito il presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, Pasquale Tridico, ha associato a un "attacco hacker". Eppure per gli esperti questa ipotesi è improbabile. E anche per questo la politica, per bocca del forzista Maurizio Gasparri ma non solo (anche il Pd è in subbuglio) ha iniziato a chiedere la testa del presidente d'area grillina.

Per Matteo Flora, imprenditore e informatico che all'AGI si tratta, con ogni probabilità, di un errore di programmazione della memoria cache del sito. "La cosa che ritengo più probabile è che qualcuno abbia attivato un meccanismo di memoria cache per aiutare il sito che in quelle ore faticava a stare online", spiega. Una sorta di scorciatoia: "Con la cache, invece di chiedere tutte le volte al server le informazioni per 'comporre' le pagine dei moduli da compilare, sovraccaricando ulteriormente il sistema, si tengono in memoria alcune 'parti' delle richieste e richiamarle per rendere più leggera l'operazione". 

 

 

La presenza dei dati di altri utenti nella pagina di chi accedeva al suo profilo è riconducibile - secondo l'esperto - al fatto che qualcuno possa aver messo in cache anche le pagine degli utenti autenticati nel sito nell'Inps. In sostanza: chi è entrato per primo ha caricato i suoi dati, ma questi sono stati memorizzati, e l'utente successivo entrando nel sito li ha potuti vedere come se fossero i suoi. Un errore - tiene a precisare Flora - abbastanza comune. Una tesi avvallata anche da Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps che a Radio 24, ha parlato di errore. "Conoscendo l’attività dell’Istituto direi che c’è un problema in origine. L’istituto è stato nel tempo caricato e sovraccarico di funzioni. Il calcolo di queste settimane è che circa dieci milioni di persone si relazioneranno con il sito. Il che vuol dire in soldoni: una macchina che va a 120 km/h viene spinta a 160 km/h, ma il motore è sempre quello. A questo si aggiunge che nel tempo la progressiva riduzione degli investimenti è rimasta e il personale è molto calato. Se hai una macchina di media cilindrata che deve fare 2mila km al giorno, il motore va in tilt". Niente complotto dunque.

 

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