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Coronavirus, Fase 2: ipotesi 4 maggio. Riaperture (poche), nuovi obblighi, lunghe attese: come cambia la nostra vita

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Che ne sarà delle nostre vite? Indicazioni, piuttosto precise, arrivano dal Corriere della Sera, che anticipa la cosiddetta Fase 2, quella che seguirà la più stringente emergenza per il coronavirus. In sintesi? Una vita in coda, di attesa. Turni per lavorare e turni per entrare nei negozi. Distanza di sicurezza e dispositivi di protezione obbligatori per chi ha contatti con il pubblico: questi i principi cardine della cosiddetta fase 2, il cui inizio è ipotizzato per il 4 maggio. Insomma, le nostre abitudini quotidiane cambieranno in modo radicale rispetto al passato. Una condizione per ripartire messa sul tavolo di concerto da governo e scienziati. 

A lavoro, dunque, presenze alternate: minimo di affluenza possibile negli uffici, si dovrà dunque privilegiare lo smart working; per chi va in sede si dovranno prevedere turni alternati divisi per orario o per fasce giornaliere. Dovrà sempre essere garantito il metro di distanza. Medesima logica anche per i negozi e tutti i luoghi che prevedono la presenza di clienti. 

Il nuovo modello di vita prevederà anche l'obbligo di indossare guanti e mascherine, dispositivi che i cittadini saranno chiamati ad avere sempre con sé. 

Nella fase due le scuole resteranno chiuse: asili, scuole medie e superiori e università. Si tratterebbe infatti di far muovere 12 milioni di persone: 8,5 milioni di studenti, 1 milione di docenti e 1 di personale, senza contare genitori e persone che accompagnano o vanno a prendere i bambini. Della riapertura delle scuole se ne riparlerà a settembre.

Tra le prime attività a riaprire, quelle che verranno inserite tra le attività produttive a basso rischio. Ci si baserà su una graduatoria rispetto ai codici Ateco. Tra queste, agricoltura, costruzioni, cassieri sono individuati come categorie a rischio basso o medio basso, mentre a medio alto o alto sono camerieri d’albergo, addetti alle mense e parrucchieri.
 

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