Fase 2, parenti e seconde case: le contraddizioni che confermano la confusione del governo Conte
Non è ancora iniziata, ma la Fase 2 presenta ancora parecchie contraddizioni ed è probabilmente lo specchio di un governo raffazzonato e ancora senza un’idea chiara su come affrontare la situazione straordinaria, se non affidandosi ciecamente agli esperti ed evitando così di assumersi responsabilità politiche. Dal 4 maggio al 18 giugno cambierà davvero poco per le libertà individuali, al punto che forse è più corretto parlare di lockdown prolungato con qualche modifica: la nuova fase di convivenza con il coronavirus riguarda soprattutto le attività produttive.
Noi poveri esseri umani potremo uscire di casa, ma sempre seguendo le regole di distanziamento sociale e l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi aperti al pubblico. Inoltre sarà ancora necessaria l’autocertificazione per gli spostamenti, che restano consentiti soltanto all’interno della stessa regione (nonostante le differenze enormi a livello di contagio tra le quattro regioni del Nord più colpite e tutte le altre). L’unica novità è rappresentata nel cambio del modulo, che dovrà annoverare tra gli stati di necessità anche quello delle visite ai familiari più stretti. Questo è un punto cruciale e anche un po’ oscuro: non si possono vedere gli amici e non sono permessi gli assembramenti in casa, però le visite ai parenti sono ammesse e ciò potrebbe bastare da copertura per organizzare dei raduni.
In pratica per almeno un altro mese e mezzo non saremo liberi di uscire di casa e andare dove ci pare: ci si potrà muovere soltanto per lavoro, salute, necessità e visita ai familiari. C’è però un altro punto oscuro, legato al fatto che è caduto il divieto esplicito di spostarsi nelle seconde case: difficile interpretare il significato di tale decisione, si attendono ulteriori chiarimenti in merito, ma è l’ennesima contraddizione che conferma l’impressione che il governo e in particolare il premier Giuseppe Conte stiano continuando a gestire la situazione in maniera confusa.