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Coronavirus e sci, l'Austria smentisce Giuseppe Conte: "Se volete chiudere, pagate", nessun accordo con Merkel e Macron

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“Con Merkel e Macron siamo a lavoro per un protocollo europeo”, aveva dichiarato Giuseppe Conte a Otto e Mezzo, dove è stato ospite di Lilli Gruber nella serata di lunedì 23 novembre. L’argomento era quello delle vacanze invernali in montagna e soprattutto delle piste da sci, che il governo è fortemente convinto a tenere serrate almeno per tutto il mese di dicembre: neanche l’intervento di una leggenda del calibro di Alberto Tomba è riuscito a convincere il premier della crisi alla quale sta per condannare un intero settore. Intanto, però, neanche 24 ore dopo aver annunciato in tv di essere a lavoro con i principali leader europei per chiudere le piste da sci ovunque, l’Austria ha metaforicamente preso a schiaffi in faccia il premier italiano.

Il ministro delle Finanze ha dichiarato che una chiusura degli impianti sciistici comporterebbe una perdita di circa 2 miliardi e mezzo di euro soltanto per le tre settimane di fine anno. “Se l’Unione europea vuole davvero questo deve pagare”, ha aggiunto il ministro Bluemel, chiarendo che l’Austria sarebbe favorevole a chiudere tutto solo se verrebbero garantire almeno l’80% del fatturato che andrebbe in fumo. Senza una posizione comune le piste da sci rischiano di diventare un pasticcio di livello europeo: “Se le piste devono rimanere chiuse - ha ribadito Luca Zaia - ciò valga per tutta l’Europa. Non si può vietare lo sci in Alto Adige e consentirlo in Carinzia. Sarebbe una presa in giro inaccettabile”. 

 

 

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