Coronavirus Prato, cinesi positivi introvabili, hanno dato documenti falsi: "Si rischia un disastro"

giovedì 28 gennaio 2021
Coronavirus Prato, cinesi positivi introvabili, hanno dato documenti falsi: "Si rischia un disastro"
2' di lettura

Risultano positivi al Covid e poi scompaiono, rendendo impossibile il tracciamento. E’ successo a Prato, dove 25 cittadini cinesi contagiati hanno fatto letteralmente perdere le proprie tracce. Dopo il tampone in un laboratorio privato della città, infatti, i tecnici del dipartimento di prevenzione hanno provato a contattarli per risalire alla catena di contagio. Il problema è che non hanno trovato nessuno. O quasi. Su 25 infetti, solo 10 hanno risposto. Di tutti gli altri non si sa nulla. 

Covid, l'ordinanza di Speranza cambia colore alle regioni: chi vede "giallo", chi resta in prigione

Domenica 31 gennaio potrebbe avvenire l’ennesimo “cambio colore” da parte del ministro Roberto Speranz...

L’alto numero dei positivi ha subito colpito gli operatori delle Asl. Tuttavia, quando si sono messi alla ricerca dei cinesi contagiati per capire quali contatti avessero avuto e organizzare potenziali catene di quarantena, si sono trovati davanti degli ostacoli insormontabili. A volte i telefoni squillavano a vuoto, a volte c’era chi rispondeva e metteva giù senza dire nulla. L’ipotesi più accreditata adesso è che i contagiati abbiano dato una falsa identità al momento del test e ora il tracciamento è diventato impossibile. 

Coronavirus, il tampone anale più efficace per i contagiati più gravi: nuovi test in Cina

La Cina fa uso di tamponi anali per testare le persone ad alto rischio di prendere il Covid-19. Un medico dello Youan Ho...

Probabilmente, quindi, sono stati esibiti codici fiscali fasulli o numeri di telefono inesistenti. Si suppone, inoltre, che molti abbiano fornito documenti falsi perché non hanno il permesso di soggiorno. A questo punto, quindi, le autorità sanitarie non possono far altro che confidare nel senso di responsabilità di chi è risultato positivo. "Quanto è accaduto è un problema serio. Se, come pensiamo, chi ha fornito documenti falsi o numeri inesistenti lo ha fatto perché clandestino, vorrei assicurare che noi pensiamo alla salute prima di tutto -  ha commentato al Tirreno Renzo Berti, responsabile del Dipartimento di prevenzione - I clandestini non devono aver paura di fare gli esami dicendo il loro vero nome. Noi non andiamo a denunciarli alla polizia. In caso contrario si rischia un disastro perché un positivo deve essere tracciato e non può gestirsi da solo".