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Coronavirus, variante napoletana: "Anticorpi e vaccini", le prime drammatiche scoperte. Perché l'allerta è massima"

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Il coronavirus con le sue varianti accresce le preoccupazioni. L'ultima e mai "trovata prima d'ora in Italia" è quella individuata a Napoli. Chiamata B.1.525, della variante si sa ben poco. Fino ad ora sono state riscontrate alcune somiglianze con la variante inglese e una mutazione, la "peggiore", E484K. Questa, presente anche sulle varianti brasiliana e sudafricana, è la caratteristica che permette al virus di sfuggire in parte agli anticorpi e indebolire l’efficacia dei vaccini. Non solo, perché tra le caratteristiche emerse c'è la mutazione denominata "Q677H", che riguarda sempre la proteina che il virus utilizza per agganciare le cellule umane.

La scoperta è avvenuta dopo che un professionista, di ritorno da un viaggio in Africa, era risultato positivo al Covid-19. A insospettirsi è stato Giuseppe Portella della Federico II: "La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano - si legge in una nota - ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra regione. Dopo un confronto con il gruppo del reparto Zoonosi emergenti dell’Istituto superiore di sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni Paesi europei ed africani, ma anche negli Stati Uniti. Abbiamo immediatamente depositato la sequenza nel database internazionale Gisaid ed avvertito le autorità sanitarie".

Prima d'ora B.1.525 è stata rilevata in Gran Bretagna a metà dicembre e in Nigeria. Ma - è il timore degli esperti - si sarebbe già diffusa in 14 Paesi. Italia compresa. Ad oggi nel nostro paese l'Italia la circolazione di varianti in alcune aree è ormai oltre il 60 per cento. Motivo, questo, che spinge le autorità a credere in una nuova impennata di decessi e contagi da coronavirus. Il bollettino di oggi (qui le cifre integrali) vede infatti un netto rialzo

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