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Immigrazione, indagine sulle Ong: "Cercavano visibilità per avere soldi", verso il processo

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I capimissione che tra il 2016 e il 2017 si guidarano le navi di Medici senza frontiere e Save the children, agirono "nell'interesse e a vantaggio delle Ong che così ottenevano maggiore visibilità pubblica e mediatica con conseguente incremento della partecipazione - anche economica dei propri sostenitori". Lo dicono i pm Brunella Sardoni e Giulia Mucaria che hanno chiuso la prima inchiesta sui soccorsi nel Mediterraneo aperta nell'estate 2017 con il sequestro della Iuventa della tedesca Jugend Rettet. 24 avvisi di garanzia, due dei quali raggiungono Msf e Save the children, in vista di una probabile richiesta di rinvio a giudizio.

 

 

 

 

Soccorsi concordati con i trafficanti, scafisti portati in Italia mischiati tra i migranti, barconi e persino salvagente restituiti ai criminali, interventi non comunicati alle autorità marittime. Queste parti delle accuse pesanti che si imputano alle due Ong, ma che loro respingono: "Si apre un altro lungo periodo di fango e di sospetti sull'operato delle organizzazioni in mare. Ribadiamo la piena legittimità della nostra azione, che abbiamo sempre svolto in modo trasparente, sotto il coordinamento delle autorità competenti e nel rispetto della legge, con l'unico obiettivo di salvare vite umane", replica Msf. "Siamo certi di aver sempre agito nel pieno rispetto delle legge e del diritto internazionale e in costante coordinamento con la Guardia Costiera Italiana unicamente per salvare vite umane", aggiunge Save the children.

 

 

Per l'accusa però ci sono foto e filmati realizzati da un agente di polizia sotto copertura fatto imbarcare sulla Vos Hestia di Save the children dopo la singolare denuncia di un contractor incaricato della sicurezza. La Vos Hestia sarebbe stata informata in tempo reale delle partenze dalle coste libiche: "dopo aver appreso nel pomeriggio dell'avvenuta partenza di più imbarcazioni, si dirige verso un preciso tratto di mare senza dare alcuna comunicazione alle autorità competenti", scrivono i pm. Mischiati tra i profughi anche scafisti, scrive Repubblica, arriveranno in Italia sulle navi umanitarie.

 

 

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