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Bologna, la studentessa No Green pass: "Infame tessera verde, cosa mi dicevano prof e compagni"

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Andare a lezione senza il Green pass, un atto di disobbedienza contro "l'infame tessera verde". Così Silvia, 20 anni, studentessa di Filosofia dell'Alma Mater di Bologna che sabato9 ottobre, durante una manifestazione No Green pass in centro, ha raccontato ai microfoni quanto le è accaduto. Insultata e minacciata da studenti e studentesse che, di fatto a causa sua, sono dovuti tornare a casa. L'Ateneo garantisce la didattica mista, quindi Silvia avrebbe potuto seguire il corso online. Ma non l'ha fatto. 

 

 

 

 

 

"Sono qui per raccontare un giorno di straordinaria follia all'università - dice la studentessa - , dall'inizio delle lezioni non ho aderito all'infame tessera verde, uno strumento di controllo e discriminazione. Mi sono sempre presentata ma sono stata invitata ad uscire perché non ho il diritto di seguire le lezioni che la mia famiglia paga con una generosa ed esagerata somma di tasse annuali".

 

 

 

 

 

"Mi è stato detto da alcune prof che mi sarei dovuta allontanare dalla struttura o in caso contrario prendermi la responsabilità dell'annullamento della lezione. Molto coerente essere sbattuta fuori da un corso di Filosofia! Comunque, quello che volevo raccontare oggi è stata la reazione di spropositata violenza che è scaturita da chi si sente protetto da normative illegittime: i miei compagni di corso a seguito della scelta della prof di sospendere la lezione, studenti che si suppone abbiano una coscienza critica, hanno inveito con urla, scherno e insulti nei miei confronti. Addirittura con pretese, da parte dei pendolari, di essere rimborsati. Fuori dall'università un gruppo si è riunito letteralmente per minacciarmi con frasi del tipo 'se non fossi stata una donna le avresti già prese', insomma sarei stata menata", ha concluso.

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