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San Gennaro, un caso politico: chi c'era in Duomo a a Napoli

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Un nuovo "prodigio" - così lo definisce l'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia - si è compiuto: il sangue di San Gennaro si è sciolto. Il miracolo è avvenuto intorno alle 9.26 di lunedì 19 settembre, quando l'arcivescovo ha prelevato l'ampolla con il sangue del Santo dalla Cappella del Tesoro. Insieme a lui l'abate della cappella stessa, monsignor Vincenzo de Gregorio, e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, come presidente della Deputazione di San Gennaro. Ma non solo, perché nella cattedrale c'erano anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, l'arcivescovo emerito di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, quello della Cultura, Dario Franceschini, e il coordinatore nazionale di Italia Viva nonché candidato in Campania, Ettore Rosato. Insomma, i politici alle prese con la campagna elettorale, hanno trovato pane per i loro denti.

 

 

Tante infatti le persone che hanno affollato la cattedrale, dopo ben due anni di celebrazioni con rigide disposizioni anti-Covid. d'altronde quello del sangue di San Gennaro è per i napoletani il miracolo per eccellenza. E il 19 settembre è uno dei tre giorni del calendario in cui i fedeli si aspettano il prodigio delle liquefazione. A Maggio, poi, l'altro appuntamento atteso, con la settecentesca processione delle reliquie e del busto lungo le strade limitrofe alla cattedrale.

 

 

 

Alcune volte il sangue si è presentato già sciolto, altre è stato necessario attendere molte ore. Quando il sangue resta pietrificato, però, si deve temere il peggio. Si tratta infatti del segnale di avvenimenti luttuosi per la città intera. E la presenza di politici sul posto non deve stupirci. Nonostante alcuni di loro come Di Maio siano napoletani doc, viene da pensare che quella di San Gennaro sia anche un'opportunità per esporsi. Guarda caso a sei giorni di distanza dal voto. 

 

 

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