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Killer di Roma, De Pau rompe il silenzio: "Tanto sangue, poi..."

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Giandavide De Pau parla. Durante l'interrogatorio durato oltre sette ore, l'uomo sospettato di aver ucciso tre donne nel quartiere Prati ha raccontato quanto vissuto. "Avevo i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per due ore sul divano e poi, alle 6 di mattina, sono arrivati i poliziotti che mi hanno bloccato". E ancora: "Ricordo di essere stato nella casa di via Riboty (dove hanno perso la vita le due donne di origine cinese) e di avere tentato di tamponare la ferita di una delle ragazze, ricordo tanto sangue ma poi ho un vuoto e non ricordo più nulla. Ho avuto blackout. Non ricordo di essere stato in via Durazzo. Ho vagato per due giorni senza mangiare né dormire". 

 

De Pau avrebbe afermato "di essere arrivato in auto a via Riboty, di essere entrato in un appartamento che ricordo essere al piano terra e lì ho lasciato il mio cellulare. Era la prima volta che andavo a casa dalle cinesi dopo un appuntamento preso per telefono". Eppure il sospettato non ricorda di essere stato nell'abitazione di Marta Torres Castano, 65enne colombiana uccisa. "Non ricordo di essere stato in quella casa. Non lo ricordo proprio, mi contestate due omicidi, quindi non avrebbe senso negarne un terzo". 

Intanto spuntano alcune parole pronunciate dal 50enne risalenti al 2014. Dichiarazioni riportate in una ordinanza del 2020 in cui il 51enne romano figura tra i destinatari delle misure cautelari insieme tra gli altri al boss Michele Senese: "Quando me se cambia la testa, capito?... Dopo divento freddo, non mi altero più, io dopo prendo e faccio in modo che la gente muoia, perché muoiono... muoiono di crepacuore, di coso ...devono mori, devono pagare ...". Frasi che pronunciò in riferimento al recupero di una serie di crediti vantati nei confronti di diversi soggetti, ma oggi fanno ancora più impressione, considerati gli eventi. 

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