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Report, le email rubate che inguaiano Ranucci

Daniele Priori
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Non solo progetto Horonda. La guerra per carta bollata tra la trasmissione di RaiTre, Report e la complessa attività del Ministero per le Imprese e il Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso si allarga e si arricchisce di particolari. Tutti destinati al vaglio degli inquirenti chiamati a capire responsabilità e eventuali abusi commessi dallo staff giornalistico di Report che, a ben vedere, oltre a mirare il dicastero in capo all’esponente di Fratelli d’Italia, sembra brighi anche un po’ sul rapporto (a loro dire poco collaborativo) tra lo stesso Urso e il ministro dell’economia, il leghista Giorgetti. Andando a sbirciare e buttando in prima serata lettere riservate tra privati che mai dovrebbero essere rese pubbliche senza consenso.

 


 

LA SOCIETÀ STRATEGICA
È qui che entra in gioco una società strategica italofrancese a capitale parzialmente pubblico, la StMicroelectronics, produttrice di microchip, partecipata proprio del Ministero dell’Economia. Si tratta dell’azienda finita nello scorso mese di maggio sotto la lente del programma d’inchiesta condotto da Sigfrido Ranucci. A squadernare vicende interne alla società è stato un dirigente del medesimo gruppo che, senza sapere di essere ripreso, ha rivelato al giornalista di Report contenuti riservati relativi a una corrispondenza tra l’azienda stessa, il manager del gruppo Rotschild Alessandro Daffina, autore di una referenza a favore di quella che poi sarebbe diventata consulente della stessa StMicroelectronics, la dottoressa Carmen Zizza, accreditata da Report come vicinissima a Urso e al mondo della destra. Corrispondenze che, come si legge nella nota diffusa ieri dalla stessa società, non dovevano in alcun modo essere rese pubbliche in quanto di natura confidenziale e non nella libera disponibilità di terzi. Ragione di una annunciata nuova querela a carico della trasmissione.

 

 

Al di là del fatto che ci sarebbe da capire, prima ancora del perché, chi abbia ritenuto utile svelare quella specifica corrispondenza privata ai cronisti di Report. Ammettendo anche che si possa trattare di simpatie o antipatie interne ai vertici di una azienda strategica, quello che si ripropone nella notizia di una nuova querela all’indirizzo di Report è anche la reiterazione dell’eventuale reato commesso dalla trasmissione. Che si perpetrerebbe, secondo la tesi degli avvocati di Urso fatta valere sul caso Horonda, proprio attraverso la riproposizione senza modifiche né diritto di replica sulle medesime valutazioni e ricostruzioni giornalistiche di parte che, tanto nel caso legato alla costruzione dell’ interporto in Ucraina, quanto in questo nuovo filone, continuano a passare in prima serata nonostante le azioni giudiziarie nel frattempo intraprese. Che, a differenza di quanto assunto dallo stesso Ranucci come autodifesa, in merito al “costo zero” delle trasmissioni in replica, potrebbero in realtà portare anche un ulteriore aggravio di costi alla Rai nel caso di una eventuale condanna a carico di Report.

Singolare, in tal senso, potrebbe risultare anche la giustapposizione, nel corso della trasmissione, tra vicende in realtà tra loro scollegate che tuttavia la narrazione di Report e le sottolineature del conduttore Ranucci messe lì proprio a cucire il racconto, potrebbero in maniera più o meno chiara (per non dire più o meno allusiva) lasciare intendere.

 

 

 

Il ministro Urso, infatti, interrogato sulla vicenda StMicroelectornics di fatto non risponde. Ma chiama in causa precedenti inchieste di Report finite al vaglio del Copasir (la Commissione parlamentare di controllo sui Servizi) fino alla scorsa legislatura presieduta proprio da Adolfo Urso.

Vuole il caso che StMicroelectroniscs sia una azienda, come detto, strategica, quindi con una naturale rete di contatti e scelte certamente legate anche al panorama geopolitico attuale. Sarà curioso, in tal senso, capire dove Report voleva andare a parare sottolineando ripetutamente, proprio un attimo prima che la trasmissione si infilasse nelle corrispondenze private di StMicroelectronics, l’assenza del ministro Urso dalla particolare conferenza tenuta a Varsavia (con la presenza di numerose aziende italiane) sulla futura ricostruzione dell’Ucraina. Presenza che sarebbe stata gradita dal presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina, l’ex parlamentare leghista, Renato Walter Togni. A pensar male si fa peccato, ma forse non si sbaglia di tanto se si arriva alla conclusione che la ricerca di “lettere riservate” miri dalle seconde linee delle aziende alle prime file della politica. Pronti a fare il botto da ottobre nello spazio di RaiTre che fu del fin troppo tenero Fabio Fazio. Ranucci è ben altra pasta. Aspettiamocene delle belle.

 

 

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