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Bozzoli, rientrati in Italia la moglie e il figlio: "Lui in fuga, dove ha lasciato tracce"

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Proseguono le ricerche di Giacomo Bozzoli, l'ergastolano che da qualche giorno è sparito dal nostro Paese. L'imprenditore 39enne era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio, oltre che per aver fatto sparire il suo corpo bruciandolo nell'altoforno dell'azienda metallurgica di famiglia. L'uomo è latitante dal 1° luglio e, insieme alla famiglia, è scappato all'estero. Ma da questo momento la sua fuga sarà solitaria.

La compagna di Bozzoli, Antonella Colossi, e il figlio sono tornati in Italia dopo un viaggio in treno dalla Spagna. Entrambi stanno bene e hanno fatto rientro nella loro abitazione nel Bresciano intorno alle 14 di venerdì 5 luglio. La donna, che non è indagata, sarà interrogata dagli inquirenti nelle prossime ore. Spiegano fonti giudiziarie all'agenzia LaPresse, che la moglie di Bozzoli, in quanto convivente e legata sentimentalmente al fuggitivo non risponderà dell'accusa di favoreggiamento. Ad avvertire i carabinieri del rientro in Italia sono stati i genitori di Antonella Colossi. Secondo le ricostruzione la famiglia ha trascorso dal 20 al 30 giugno una vacanza in un albergo a Marbella in Spagna. Il 1 luglio invece in un altro albergo sempre la stessa località spagnola è risultato registrato solo il passaporto di lei mentre Giacomo Bozzoli probabilmente dopo aver saputo della condanna definitiva all'ergastolo ha proseguito la fuga altrove.

L'Interpol, dopo aver attivato le ricerche di Giacomo Bozzoli in Francia, le ha estese anche in Spagna dove si presume che l'uomo possa essere transitato per raggiungere la moglie e il figlio che lo avevano preceduto. Gli investigatori hanno esteso le ricerche anche nelle isole Baleari e alle Canarie. "Qualche traccia l’ha lasciata nella parte occidentale dell’Europa – rivelano i carabinieri – ma resta da accertare l’effettiva presenza fisica del ricercato”.

E ancora, si apprende che nella notte tra il 22 e il 23 giugno si sono spenti i cellulari di Giacomo e Antonella. Sui telefonini, che sono stati sequestrati nel corso della perquisizione nella villa di Soiano, si concentra ora l’attenzione degli inquirenti. Risulta che il latitante potesse disporre di almeno sette cellulari e di decine di sim, anche straniere. Il fatto che da oltre dieci giorni si sia eclissato con compagna e figlio lasciando i telefonini a casa, in modo da rassicurare sulla propria presenza nel Bresciano chi avrebbe potuto cercare di localizzarlo alla vigilia della sentenza di terzo grado, per magistrati e forze dell’ordine conferma l’intenzione di fuggire e non di assentarsi “per il tempo strettamente necessario a sottrarre il figlio allo shock mediatico di condanna e arrestato”, concludono dalla procura.

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