Garlasco, la madre di Alberto Stasi: "Puro schifo". E su Sempio...

"Quel che sta venendo fuori è sconvolgente, non me lo spiego davvero. Sempio? Di lui non parlo, assolutamente": lo sfogo di Elisabetta Ligabò, madre di Stasi
di Roberto Tortoragiovedì 22 maggio 2025
Garlasco, la madre di Alberto Stasi: "Puro schifo". E su Sempio...
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Ora parla lei, Elisabetta Ligabò Stasi, la mamma di Alberto, unico condannato e in via definitiva per il delitto di Chiara Poggi, avvenuto la mattina del 13 Agosto 2007 a Garlasco. La donna si è concessa per un’intervista a La Stampa, dopo le nuove rivelazioni investigative che hanno acceso i riflettori su Andrea Sempio. A 18 anni di distanza per quello che diventerebbe l’errore giudiziario più grande della storia del nostro Paese. Elisabetta è sconvolta: “Quello che sta vendendo fuori è sconvolgente. È uno schifo, mi dispiace usare questa parola. Ma è un vero e puro schifo. Io non me lo spiego, davvero mi sembra incredibile. Credo che questa domanda vada fatta a chi ha condannato mio figlio Alberto”.

A chi ha sempre accusato suo figlio di freddezza, la Stasi replica: “Mio figlio è un ragazzo educato. E sempre lo sarà. Ma questo non ha niente a che fare con la sua condanna. Uno può essere maleducato e farla franca, oppure può essere molto educato e ritrovarsi nei guai. Non ha protestato di più, perché non è nel suo carattere, non è nel suo modo di comportarsi urlare e alzare la voce. Che abbia accettato il suo destino è ingiusto dirlo”. La mamma di Alberto non chiarisce se lei o il figlio conoscessero Andrea Sempio: “Ho sentito mio figlio, Alberto è tranquillo, ma quella persona non voglio sentirla nemmeno nominare. Di lui non parlo, assolutamente”.

La signora Elisabetta è sconcertata anche dal fatto che l’allora capo del Ris, Luciano Garofano, non ritenne utilizzabile l’impronta numero 33 e oggi è nel collegio difensivo di Andrea Sempio, difendendo sia lui che il suo lavoro: “Certo che ci ho fatto caso, lo so bene. È la solita compagnia. Tutti uniti, da sempre, contro mio figlio Alberto. È stata un'indagine in una sola direzione, fin dall'inizio. Non so perché sia andata così, ma questo è quello che è successo. Noi abbiamo sempre lottato e stiamo lottando ancora. Chiediamo verità e giustizia per Chiara, oltre che per Alberto”. 

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Cosa che non accetta la madre di Chiara Poggi, Rita Preda, che sulle nuove indagini ha detto: “Ipotesi stravaganti, il condannato è Alberto Stasi”. Elisabetta, però, è più indulgente: “Io capisco il suo dolore, che è immenso, lo immagino. Perché un genitore non dovrebbe mai seppellire una figlia. Su questo sono assolutamente d'accordo. Però, mi dispiace: non comprendo questa ostilità, questa chiusura”. Chi la intervista le fa presente che per la famiglia la colpevolezza di Sempio sarebbe scioccante, perché ritenuto un amico di famiglia, in primis del fratello Marco, con cui i rapporti non si sono mai chiusi negli anni. La Stasi dice: “Me ne rendo conto. Ma cosa vuole che le dica? Lo ripeto: capisco il loro dolore. Ma si ricrederanno. Tutti dovranno ricredersi”.

Intanto i Poggi non vogliono incontrare la mamma di Alberto: “Vedo che sono sempre molto ostili nei nostri confronti. Io, da parte mia, mi potrei avvicinare, ma da parte loro non c'è questa disponibilità. Cosa faccio? Vado a sbattere contro un muro? Se una persona non ti vuole più incontrare, non la puoi obbligare. Io non ci ho provato ancora. Devo essere sincera. Non ci ho provato. Ma sarei pronta a farlo”. Sull’iter giudiziario che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, la donna replica: “Per due volte Alberto è stato assolto, non bisognerebbe mai dimenticarlo. C'è quella condanna definitiva, questo è vero. Ma senza prove e senza movente. Quello che sta emergendo è vergognoso”. La signora Elisabetta, in ogni caso, sembra aver trovato quel brandello di speranza cercato per anni, anche se, giustamente, ci va cauta: “Vedremo quello che verrà fuori. Non è facile mantenere la calma. Ma adesso, finalmente, possiamo stare un po' più tranquilli. Alberto non si è mai lasciato andare. Alberto ha sempre guardato al futuro. Ma nessuno potrà mai restituirgli tutti questi anni della sua vita”.

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