Estendere il prelievo di Dna ai tecnici che in passato hanno già analizzato i reperti che riguardano l'omicidio di Chiara Poggi. La proposta verrà avanzata da Marzio Capra, consulente della famiglia della 26enne uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco la mattina del 13 agosto 2007, in vista dell'incidente probatorio disposto dal gip di Pavia nella nuova indagine in cui è indagato per omicidio in concorso con ignoti Andrea Sempio, all'epoca dei fatti 19enne e amico di Marco, fratello della vittima.
La proposta di Capra, genetista forense, in linea con le nuove regole, è condizionata a come, il 17 e 18 giugno, i due giorni in cui inizieranno le operazioni, vorrà procedere il perito del giudice e all'estrapolazione o meno di materiale biologico dai reperti. La mossa della famiglia Poggi rientra nella "guerra delle perizie" che con ogni probabilità deciderà il destino della seconda inchiesta aperta dalla Procura di Pavia dopo che la prima si era conclusa con la condanna a 16 anni di carcere per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara. Secondo gli inquirenti, però, quelle indagini erano state viziate da errori che avevano escluso a priori le piste alternative.
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Forse troppo poco si è indagato sugli ultimi giorni di Chiara Poggi. O forse, più semplicemente, gli inqui...Tra queste, quella sostenuta da Massimo Lovati, avvocato di Sempio insieme alla collega Angela Taccia, secondo cui Chiara sarebbe stata uccisa da "un sicario", al soldo di una "associazione criminale legata al traffico di esseri umani e alla pedofilia", mentre Stasi sarebbe stato "usato" come capro espiatorio. Una ipotesi che fa riferimento alle ricerche svolte negli ultimi mesi di vita dalla vittima, che aveva salvato sulla sua chiavetta Usb vari articoli di giornale relativi alle voci su abusi e violenze al vicino Santuario della Bozzola.
In questo senso, una nota della Diocesi di Vigevano chiede espressamente di salvaguardare "le attività spirituali e di preghiera" svolte al Santuario. "In relazione alle notizie diffuse negli ultimi giorni dai media riguardanti un possibile collegamento tra il Santuario della Bozzola e la nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi - si legge - la Diocesi di Vigevano (tramite don Emilio Pastormerlo, portavoce del vescovo Maurizio Gervasoni) afferma la sua decisa volontà di non lasciarsi in alcun modo condizionare da illazioni o indiscrezioni di qualsiasi genere. L'unico interesse della Diocesi è quello di salvaguardare le attività spirituali e di preghiera che vengono ospitate nel Santuario, nel pieno rispetto dei religiosi oggi impegnati a organizzarle e a svolgerle e dei tanti fedeli che frequentano questo luogo mariano per partecipare a celebrazioni e incontri".
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Proseguono le indagini della Procura di Pavia sul dedalo di contatti telefonici intercorsi tra il 1 gennaio e il 13 Agos..."In relazione ai fatti verificatisi nel 2014 e che erano stati al centro di un'altra inchiesta della magistratura", conclude la nota facendo riferimento al ricatto a sfondo sessuale ai danni dell'ex rettore del Santuario, don Gregorio Vitali, "viene ribadito che gli organismi giuridici della Chiesa erano intervenuti per gli aspetti di loro competenza". Secondo quanto venne accertato dagli inquirenti, i due romeni Savu e Tanasie, avevano adescato il sacerdote con l'intento di filmarlo in situazioni compromettenti e poi ricattarlo. Il contenuto delle riprese era a carattere sessuale. Dopo aver ottenuto il video, cominciarono a minacciarlo, chiedendogli denaro per non diffondere il filmato. Nel 2014, il tribunale di Pavia condannò Savu e Tanasie per estorsione aggravata.