Marcare le distanze. Durante la messa per la solennità della Santissima Trinità e il Giubileo dello Sport, celebrata domenica scorsa nella Basilica di San Pietro, è ricomparso al centro dell’altare papale un elemento che da anni mancava: il crocifisso. Una novità che segna, secondo Il Tempo, una possibile svolta nel pontificato di Leone XIV rispetto a quello del suo predecessore, Papa Francesco.
Chi conosce bene papa Prevost racconta che il suo obiettivo primario è “riportare Dio al centro della vita contemporanea”. Un messaggio che inizia dalla liturgia. Finora, come accadeva con Bergoglio, la croce veniva posta lateralmente. Scelta, appunto, di Francesco. Ma già nelle prime celebrazioni il nuovo Pontefice era apparso disorientato dalla disposizione: durante la Pentecoste dell’8 giugno, nel cercare il crocifisso, aveva esclamato sorpreso: "Ah, è qua!". Chi lo ha conosciuto da vicino ricorda la sua predilezione per la croce centrale, scelta che richiama l’orientamento liturgico di Benedetto XVI.
Secondo Ratzinger, ricorda sempre Il Tempo, la croce al centro “può servire come l’oriente interiore della fede” e “dovrebbe trovarsi al centro dell’altare ed essere il punto cui rivolgono lo sguardo tanto il sacerdote quanto la comunità orante”. Una visione teologica e non solo estetica: la croce, spiegava il Papa emerito, “non è ostacolo, ma condizione preliminare per la celebrazione versus populum”.
Leone XIV, Carlo e Pier Giorgio: chi sono i suoi primi santi
Negli ultimi mesi decine di migliaia di ragazzi negli Stati Uniti hanno affollato le sale in cui è stato proietta...Il gesto di Leone XIV, che avrebbe voluto personalmente il ritorno della croce al centro nonostante l'opuscolo liturgico prevedesse l’allestimento laterale, ha suscitato l’entusiasmo dei fedeli più legati alla sensibilità ratzingeriana. E ora c’è chi spera anche nel ritorno dei sette candelabri, segno di una rinnovata attenzione alla solennità del culto.