Arezzo, il gratta e vinci della "nipotina": quanto incassa la nonna

di Simona Plettolunedì 1 settembre 2025
Arezzo, il gratta e vinci della "nipotina": quanto incassa la nonna

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Arezzo, viale Petrarca. In vetrina una tavolozza di biglietti lucidi, la nonna che esita, la nipotina che allunga il dito e decide: “Quello”. Pochi minuti dopo, sotto la patina argentata, compaiono i numeri giusti e la ricevitoria si ferma: centomila euro. Favola d’agosto con morale semplice: a volte la fortuna ha la mano piccola. È successo venerdì 30 agosto nella storica tabaccheria Petrarca, cuore commerciale di Arezzo. La cliente – pensionata, giocatrice saltuaria – entra come fa spesso, la bimba di circa cinque anni in braccio. “Scegli tu”, le sussurra.

La manina indica un tagliando del “Miliardario” da 5 euro. La nonna lo paga, si apparta un istante per grattarlo, poi torna al bancone con gli occhi spalancati: «Credo di aver vinto qualcosa». Il controllo dura un respiro: «Signora, sono 100mila euro». Da lì la trafila: verifica elettronica, chiamata di conferma, e il poster ufficiale esposto in vetrina. A ricostruire la scena è il titolare Anthony Brucato, che con il fratello David gestisce la ricevitoria affacciata su viale Petrarca. “La signora passa una volta la settimana, prende uno o due tagliandi da 5 euro. Gioca poco, senza inseguire la sorte”, spiegano dalla tabaccheria. E la bimba? “Sorrideva, ma forse non capiva davvero il valore di quel gesto”. Una normalità di provincia trasfigurata dall’attimo: niente sistemi, niente scaramanzie, solo l’istinto di scegliere il biglietto più colorato. Il tagliando era della serie “Il Miliardario”, una delle più popolari.

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La cifra centrata – 100mila euro – è tra i premi importanti previsti dal gioco. Convalida immediata, istruzioni consegnate alla vincitrice: per l’incasso si passa dalla banca indicata dall’emittente, con i consueti tempi tecnici e la modulistica d’ordinanza. Nulla di spettacolare, se non la scena iniziale che ha indirizzato il destino. Intanto in vetrina resta l’annuncio che fa notizia: «Qui vinti 100.000 €».

La Petrarca non è nuova a colpi di fortuna. «È soltanto l’ennesima super vincita», raccontano i gestori, ma l’elemento che rende questa storia contagiosa è la leggerezza domestica: la nonna che delega, la piccola che indica, il caso che si lascia accompagnare. In poche ore il racconto rimbalza sui social cittadini, poi oltre i confini provinciali: un piccolo romanzo urbano da fine estate, con protagoniste due generazioni e un tagliando da cinque euro.

Casi simili, d’altronde, non mancano nella cronaca recente. Nel 2017, a Cassino (Frosinone), un bimbo di nove anni portò due “Gratta e Vinci” al nonno ricoverato: tre simboli uguali e un premio da 10 mila euro, “un tesoretto” spartito in famiglia. Anche lì nessuna strategia, solo l’affetto trasformato in scelta fortunata. Ma c’è anche chi la fortuna la cerca proprio: all’Università del Salento, nel marzo scorso, un gruppo di studenti ha addestrato l’intelligenza artificiale per trovare la combinazione vincente al Superenalotto vincendo così 43mila euro.

La dinamica aretina, però, ha tutto un sapore diverso, particolare: un venerdì d’estate, la vetrina illuminata, il gesto casuale che diventa notizia. E un controcanto di buonsenso che merita di essere ricordato: la signora gioca con misura, i titolari insistono sul fatto che i Gratta e Vinci restano un diversivo e non un metodo. La statistica non fa sconti: le storie di vincite sono eccezioni, non regole. Ma le eccezioni, quando accadono, diventano racconti di città. Il resto è routine alleggerita da un sorriso: appuntamento in banca, incasso secondo procedura, discrezione per proteggere la privacy.

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In tabaccheria, intanto, si crea un piccolo pellegrinaggio. Qualcuno chiede “quale fosse” il biglietto, qualcun altro replica il gesto della bambina, indicando a caso. Resterà forse un regalo per la piccola – una bici nuova, una torta, magari un salvadanaio – e un ricordo per la nonna: aver trasformato un “scegli tu” in centomila ragioni per brindare (con moderazione) aun finale d’estate che più fortunato di così è difficile immaginare.

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