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Gigolò denuncia lo Stato:"Vuole le tasse ma non riconosce il lavoroE' sfruttamento della prostituzione"

Roberto Roy

Roberto Roy risulta disoccupato, ma ha ricevuto una cartella esattoriale di 200 mila euro. "Io le pago, ma voglio essere messo in regola"

Nicoletta Orlandi Posti
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La legge Merlin del 1958 parla chiaro: esercitare il meretricio non è reato, ma sfruttarlo sì. E' proprio su questo che si basa la causa che Roberto Roy, 39 anni, professione gigolò, vorrebbe tentare allo Stato Italiano. Come racconta La Nazione, all'uomo è stata notificata una cartella dell'Agenzia delle Entrate di 200mila euro, che si ridurrebbero a 70mila se paga subito, per via di una indagine sui suoi versamenti in banca: in pratica hanno rilevato un tenore di vita troppo alto per un disoccupato. Sì, perché Roberto ha cercato di mettersi in regola, ma l'unica strada era comparire come maggiatore o con prestazioni occasionali: ma lui non ha la qualifica e quindi risulta a tutti gli effetti senza un lavoro e non denuncia nulla. "Questo è uno Stato ipocrita", tuona Roy dalle colonne della Nazione. "Chiede le tasse a un escort, ma non mette in regola chi pratica questo mestiere. Allora che differenza c'è con un magnaccia?". Da qui la provocazione: "Se lo Stato prende un provento dal mio lavoro, allora è sfruttamento della prostituzione". "Non ho paura di mostrare la mia faccia, non ho paura di dire che sono un accompagnatore", puntualizza il bel Roberto che offre alle signore il suo corpo e il suo tempo, ma "pretendo che se lo Stato vuole parte del mio stipendio, in cambio deve darmi tutele, come fa con gli altri cittadini". Deve insomma metterlo in regola.

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