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La sinistra nel caos vuole il sindaco a tempo: "Pisapia resti per altri 2 anni"

Nicoletta Orlandi Posti
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La sinistra alle prese con il “caos candidato” si attacca a Giuliano Pisapia. E, dopo il movimento arancione, del quale nel giro di pochi anni è rimasto solamente un ricordo sbiadito, s'inventa la soluzione del sindaco a scadenza anticipata. L'ultimo tentativo di far recedere il primo cittadino dal proposito più volte annunciato di non ricandidarsi per un secondo mandato arriva dalla Festa dell'Unità in corso ai giardini Montanelli di Porta Venezia. Tra le chiacchiere fatte nei giorni scorsi tra i vari ospiti istituzionali e rappresentanti nazionali del Partito Democratico è infatti emersa una possibilità che potrebbe convincere alla fine il sindaco Pisapia a tornare sui suoi passi: quella di candidarsi per un secondo mandato che abbia un orizzonte temporale non di cinque anni, come prevede la legge, ma di soli due anni. Ad aprire questo scenario è la possibile scadenza dell'elezione diretta per il sindaco della Città Metropolitana, che potrebbe tenersi nel 2018. Che le elezioni prima o poi si tengano è cosa certa, perché già prevista dalla riforma firmata dal ministro Graziano Delrio e dallo statuto del nuovo ente. Perché si possa ragionare su una scadenza concreta, però, è necessario che il parlamento approvi la legge per l'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano. Un passaggio che rappresenta un'incognita non da poco, almeno dal punto di vista dei tempi, ma che il premier Matteo Renzi potrebbe cercare in qualche modo di accelerare pur di convincere il sindaco uscente a un dietrofront rispetto alla sua decisione. Perché un'operazione del genere funzioni, però, è chiaro che l'intervento del presidente del Consiglio dovrebbe svolgersi molto rapidamente: che Pisapia e il centrosinistra possano rimanere in sospeso fino alla fine dell'anno attendendo mosse decisive rispetto a questa possibilità, è infatti escluso. Sarà forse anche per questo motivo che i tempi indicati per un'eventuale decisione da parte del primo cittadino sono indicati come molto stretti. Se davvero Renzi vorrà cercare di giocarsi questa carta, anticipata dal Corriere, dovrà quindi trovare il modo di assicurare a Pisapia la fattibilità dei vari passaggi nel giro di pochi giorni. Nel frattempo, la proposta è riuscita nella sorprendente impresa di mettere d'accordo sia il centrodestra sia il centrosinistra sul fatto che si tratterebbe di una buona soluzione. «Se la notizia fosse vera, per quanto mi riguarda sarebbe un'ottima notizia», commenta Mirko Mazzali, capogruppo di Sel a Palazzo Marino. «Sono convinto che Pisapia sia il candidato ideale e che vincerebbe contro tutti, per cui se avesse voglia di candidarsi, che sia per due mesi o per vent'anni, per me andrebbe comunque bene». Favorevole, per quanto con motivazioni diametralmente opposte, anche la coordinatrice regionale della Lombardia di Forza Italia, Mariastella Gelmini. «Pisapia si ricandida? Magari! Sarebbe ancora più facile strappare Milano alla sinistra», il suo giudizio affidato ai 140 caratteri di Twitter. «La campagna elettorale la vinciamo sulla nostra proposta, senza preoccuparci di quello che fa il centrosinistra», analizza invece Pietro Tatarella, capogruppo azzurro in consiglio comunale. «Credo comunque che se Pisapia farà una scelta del genere non la farà né nell'interesse della città o della Città metropolitana, ma solo per arrivare alla scadenza delle elezioni politiche o di quelle del Csm». di DINO BONDAVALLI

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