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Enrico Letta, l'umiliazione terminale: ecco che collegio può perdere il Pd

Enrico Paoli
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D'accordo, saranno pure numeri. Roba da maneggiare con cura, dicono gli esperti di comunicazione. Ma quando la concordanza fra i risultati dei sondaggi, simulazioni, proiezioni e il sentimentpopolare inizia ad essere una sorta di monologo nello specifico il centrodestra sarebbe avanti in tutta la Lombardia con la sinistra in calo anche nelle sue storiche roccaforti - quelle cifre vanno necessariamente maneggiate con minor timore reverenziale. E servite come pietanza principale. A squadernare una simulazione destinata a creare non poche apprensioni fra i dem lombardi, ma anche a Roma non devono stare molto tranquilli, basata sulla media degli ultimi sondaggi realizzati da BiDiMedia, considerando lo storico politico dei collegi della Lombardia, è il sito "Milano Città Stato". Per il magazine i risultati più clamorosi delle prossime elezioni politiche potrebbero arrivare dal capoluogo lombardo dove, secondo le simulazioni, il centrodestra potrebbe fare l'en plein, riuscendo ad aggiudicarsi perfino la zona Buenos Aires-Corso Venezia, considerata una roccaforte dell'area progressista.

In pratica, stando all'elaborazione basata sui dati del sito sondaggi BiDimedia, a distanza di un anno dalla trionfale vittoria di Beppe Sala per il secondo mandato a Palazzo Marino, Milano potrebbe invertire la rotta, imboccando la strada del cambiamento. Quali siano le ragioni profonde di questa mutazione è presto per dirlo. Di sicuro pesa l'impronta data alla campagna elettorale del Pd dal segretario, Enrico Letta. Dal momento in cui è partita l'opera di comunicazione dei dem, i sondaggi registrano la perdita di quasi l'1% di voti al giorno per l'azionista di maggioranza del centrosinistra. Claudio Velardi, saggista e esperto di comunicazione politica, boccia senza mezzi termini lo slogan del Partito democratico, il famoso "scegli". «È divisivo, polarizzante, ma in questa campagna elettorale non serve questo», spiega l'ex capostaff di Massimo D'Alema, «la polarizzazione non favorisce Letta. Tutt' al più può fargli fare il pieno dei suoi militanti, ma non lo farà andare oltre i suoi confini». L'esempio contrario, aggiunge Velardi, «è quello della Meloni. "Pronti", è una parola d'ordine non divisiva che guarda all'Italia». 

 

 

 

LA FORZA DEI NUMERI

Entrando nello specifico della simulazione realizzata da Milano Città Stato, tarata sui sondaggi di BiDiMedia, il centrodestra sarebbe avanti in tutti e tre i collegi del capoluogo lombardo (Buenos Aires-Venezia 40 a 38; Loreto 43 a 35 e Bande Nere 44 a 35) e potrebbe ottenere anche lo storico risultato di conquistare Sesto San Giovanni, dove ad amministrare la città è una giunta di centrodestra, al suo secondo mandato. Nell'ex Stalingrado d'Italia la simulazione prevede un 45 a 33 per la coalizione Salvi ni -Meloni -Berlusconi. Sia pur con numeri diversi, si va dal 61% di Sondrio al 46% di Cologno Monzese, il centro destra viene dato avanti in tutti i collegi della Lombardia. Per gli ardori del centrosinistra, particolarmente bellicoso sino a qualche settimana fa, si tratta di una vera doccia scozzese. Secondo le rilevazioni di sondaggi BiDiMedia, la distribuzione dei senatori nei collegi uninominali della Lombardia non lascerebbe molti dubbi: 11 al centrodestra, 7 al centrosinistra, e uno a testa al Movimento 5 Stelle e al cartello elettorale Italia Viva -Azione. E a proposito di renziani e calendiani, avendo Renzi e Calenda scoperto le loro carte, sostenendo di puntare tutto o quasi sulla Lombardia per un risultato elettorale degno di nota, i sondaggi di BiDiMedia danno al tandem Italia-Viva Azione fra il 5 e il 7%. Tecnicamente sarebbe un bel colpo per l'ex premier e l'ex ministro, entrambi determinati a restare in parlamento, ma lontano da quel 10% sbandierato nelle scorse settimane. Considerando attendibile la proiezione del 6%, tanto Renzi quanto Calenda, se le urne confermeranno la cifra, dovranno c o m u nque rivedere i piani perle regionali del prossimo anno. Letizia Moratti o meno, Calenda e Renzi sono in grado di portar via voti al centrosinistra, non certo di erodere il capitale del centrodestra. Modesta nota a margine. Secondo l'ultimo sondaggio BiDiMedia, aggiornato al 25 agosto, Fratelli d'Italia superava di poco il Partito Democratico (24,7% contro il 24,1%). Tra le coalizioni è il centrodestra a primeggiare, con il 45,8% contro il 30% del fronte opposto, mentre sia il Movimento 5 Stelle che il Terzo Polo sarebbero in decisa crescita. Stando al sondaggio settimanale di Radar Swg, sfornato ieri, se si andasse ora alle elezioni politiche, Fratelli d'Italia sarebbe al 24,8%, il Partito democratico al 22,3%, la Lega al 12,5%, il Movimento Cinque Stelle all'11.6%. La forbice, dunque, sembra destinata ad allargarsi.

 

 

 

L'INCOGNITA

Ma a pesare ancora, come insegna la storia delle elezioni, è il partito dell'astensione. La propensione al voto, ad oggi, si attesta attorno al 65% del corpo elettorale, e non solo secondo BiDiMedia, ma è facile aspettarsi una ulteriore crescita. Con l'avanzare della campagna elettorale molti elettori decideranno, mano a mano, se e chi votare. E a spostare la massa critica, più che i manifesti, saranno i programmi. Non a caso il 23% di italiani sarebbe ancora indeciso sulla scelta di campo, con la sinistra in oggettiva difficoltà. Certo, sono pur sempre numeri da maneggiare con cura, ma troppa cautela, alla fine, potrebbe produrre l'effetto contrario.

 

 

 

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