Casa, ecco come te la occupano: il metodo del "falso allarme"
Praticamente ogni giorno un fiancheggiatore delle occupazioni abusive compone il numero del pronto intervento di Aler, attivo h24 e sette giorni su sette, per depistare ispettori e forze dell’ordine. «Venite! Stanno occupando in via Gola 4! (solo per citare una delle tante zone prese di mira)». Una volta giunti sul posto per cogliere in flagranza i furbetti, però, non si trova nessuno. E il motivo è presto spiegato: i predoni di case sono qualche via più in là alle prese con le serrature altrui.
È successo 337 volte nel corso del 2023 e seppur talvolta capiti che il falso allarme sia riferibile a un vero abbaglio preso dall’inquilino di turno, che per esperienza purtroppo vive col terrore dei blitz illegali, il fenomeno non è certo da sottovalutare. Anzi. È semmai indicativo dell’organizzazione capillare e meticolosa che può vantare il racket degli alloggi. Da San Siro al Corvetto, dai Navigli al Giambellino: ormai è uno schema delinquenziale fin troppo consolidato.
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Queste chiamate anonime rappresentano infatti un salto di qualità non indifferente nell’ambito delle occupazioni abusive e finiscono spesso per vanificare gli enormi sforzi messi in campo dall’Azienda lombarda di edilizia residenziale, proprietaria di oltre 70.000 unità immobliari tra Milano e provincia, per sgomberare all’istante i freschi abusivi. Nei ranghi di Aler, infatti, è presente un nucleo che vigila senza sosta e senza orari su tutto il patrimonio abitativo.
Il settore sicurezza e abusivismo interviene direttamente su chiamata degli inquilini e delle autorità, nei casi di tentata occupazione segnalata in flagranza, in collaborazione con le forze dell’ordine. Inoltre, lo stesso nucleo è presente durante le procedure degli sgomberi programmati con la Questura, assicura una presenza continua nei quartieri svolgendo accertamenti sulle occupazioni e infine provvede alla messa in sicurezza delle unità residenziali recuperate.
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SGOMBERI IN CRESCITA
Un po’ di numeri sull’abusivismo, autentica piaga dei giorni nostri nelle periferie popolari multietniche dove immigrati, soprattutto nordafricani, e rom spadroneggiano spesso e volentieri spalleggiati da centri sociali e comitati per la casa anti-sfratti e anti-sgomberi. Nel 2023 gli interventi in flagranza sono stati 844, più di due ogni giorno: 732 si sono conclusi positivamente, ovvero con la cacciata degli abusivi, e 112 negativamente, quasi sempre perché tra gli occupanti si trovano donne incinte o con figli piccoli al seguito (non è inusuale che i bebè vengano usati come scudo anti-sgombero). Il trend, quando si parla di sgomberi “virtuali”, è in netta crescita. Se infatti nel 2017 la percentuale di alloggi recuperati con questa modalità era del 65 per cento (562 su 870), oggi siamo arrivati all’87 per cento. Nel 2022 ci si era fermati all’80 per cento (685 interventi a buon fine su 860).
AGENTI IN CAMPO
Se in 454 casi a presentarsi alla porta dei ladri di case sono stati solo gli ispettori Aler, in 390 a dar loro manforte ci han pensato le forze dell’ordine. La Polizia di Stato è intervenuta 226 volte (171 con esito positivo); i Carabinieri cento volte (74 con esito positivo); la Polizia Locale 64 volte (40 volte con esito positivo). Ma non è tutto, perché oltre agli sgomberi in flagranza in tutto il 2023 - ne sono stati effettuati anche 142 preventivamente programmati con la Questura. Si tratta di situazioni note e piuttosto critiche per cui serve schierare diversi uomini e preparasi a gestire eventuali tensioni legate all’ordine pubblico. Solo in due casi non si è riusciti a portare a termine le operazioni.
Il grande lavoro messo quotidianamente in campo da Aler e forze dell’ordine per contrastare l’abusivismo, negli ultimi sette anni, ha impresso una netta svolta sul fronte delle occupazioni. Nel 2017 si contavano 3.466 case abitate da famiglie senza alcun titolo tra Milano e hinterland, mentre al 31 dicembre 2023 queste sono scese a 2.859. Un dato negativo, invece, viene dai cosiddetti rilasci spontanei. Ovvero quegli abusivi che se ne vanno da soli dall’appartamento rubato senza rispettare nessuna graduatoria pubblico, di fatto sottraendolo a chi si era messo in coda seguendo le regole. L’ultimo anno preso in considerazione è stato quello con meno abbandoni: 106. Praticamente il 25 per cento in meno rispetto al 2022, quando le fughe autonome erano state 143.