Mondiali, le pagelle di Germania-Argentina: Muller ovunque, Gotze uomo del destino. Messi e Higuain, che rimpianti
Le pagelle di Germania-Argentina, finale dei Mondiali 2014. GERMANIA 4-3-3 Neuer 6: il miglior portiere di Brasile 2014 dice danke alla scarpata di Higuain, ai riflessi di Boateng e all'imprecisione, rarissima, di Leo Messi. Dà spettacolo con un paio di uscite delle sue, spericolate e devastanti. Lahm 6,5: chiude, spinge, dribbla e dà sempre una mano a chi inizia la manovra. Tornato terzino dopo essere stato schierato anche da mediano (Guardiola-style) si conferma un gigante del ruolo. Boateng 6,5: salva su Messi alla disperata, arrivando là dove non riescono prima Hummels poi Neuer. Sempre attento, sempre reattivo: in difesa è il migliore di una Germania più leggera del solito. Hummels 5,5: ha la fortuna di incrociare un Messi al 50% del suo potenziale. Basta per metterlo in crisi, soprattutto in velocità. Quando si fa superare, gli va bene perché la Pulce spara fuori. E qui torniamo al discorso del 50 per cento. Il centralone del Borussia Dortmund, però, un alibi ce l'ha: il ginocchio scricchiolante. Howedes 6: lui, possente ma macchinoso, soffre un po' gli scatti di Lavezzi poi gli prende le misure. Meglio quando si trova in posizione centrale, perché da terzino (adattato) non ha né piede né passo. Volo d'angelo per entrare nella leggenda, ma la sua zuccata al 45' sbatte contro il palo. Kramer 6 ogni finale ha il suo "miracolato". Questa volta è il suo turno, titolare al Maracanà per l'indisponibilità di Khedira. Fin qui era sceso in campo per una dozzina di minuti scarsi, ma al 30' un pestone lo manda ko dopo qualche buona intuizione (dal 31' pt Schurrle 6,5: l'arma tattica preferita dal ct Loew entra per cambiare faccia a una Germania troppo contratta. Impegna Romero chiudendo a rimorchio una bella iniziativa di Muller e inizialmente dà più peso a un attacco tedesco senza ossigeno. Col passare dei minuti si spegne ma si riaccende nel momento più importante, quando al 112' sgroppa sulla fascia, vede Gotze e gli regala un cross stupendo). Schweinsteiger 7: in avvio soffre più di tutti l'assenza di Khedira, perché senza "il turco" deve difendere e impostare. Al 100% della forma non avrebbe difficoltà, ma è arrivato in Brasile in riserva. Poco lucido, e tutta la Germania ne risente, ma più scorre il cronometro più cresce il suo peso specifico a forza di spallate e fosforo. Tutta sostanza, regala più di quanto fosse lecito chiedergli. Finisce sanguinante, da capitano morale di una squadra non bellissima ma tremendamente efficace. Irriducibile. Kroos 5,5: lo spacca-Brasile si accorge subito di come Biglia e Mascherano siano di un'altra pasta rispetto a Fernandinho & co. Un suo (sciagurato) retropassaggio di testa innesca Higuain, ma il Pipita grazia Neuer. Ha sul destro una palla comoda e facile, almeno per lui, ma colpisce debole e centrale. Nella ripresa, conclusione in facsimile: meglio, ma palla a lato. Bello il corner per Howedes. Ozil 5: un lampo, quando serve Kroos al limite dopo essersi liberati della palla da autentico mago (non per niente, in Spagna l'avevano soprannominato il Mago di Oz). Poi troppo poco: né un guizzo, né un dribbling, né un tiro. Non è stato il suo Mondiale e la finale non l'ha riscattato (dal 14' sts Mertesacker: sv). Klose 5,5: polveri bagnate e la sensazione di un torpore fisico evidente. L'immagine simbolo è quella di Miro in ritardo su un cross regale di Muller. Prova a mettere in campo esperienza e spirito di sacrificio, ma a questi livelli non basta. Esce all'88': applausi bipartisan al cannoniere mondiale di tutti i tempi. Ci mancherebbe (dal 43' st Goetze 7: cosa dire? L'uomo del destino non si vede mai, poi Schurrle gli serve un pallone bello, ma non facile. Lui stoppa e infila in spaccata di sinistro. Gol-capolavoro per un giocatore che, tra altri e bassi, ricorda il primo Del Piero. La sua carriera da top player può cominciare da qui). Muller 7: quattro anni fa Maradona si indignò perché gliel'avevano messo accanto in conferenza stampa, definendo il (quasi) sconosciuto attaccante del Bayern "raccattapalle". Thomas purgò il Pibe allora e ci riprova anche al Maracanà. Intelligente, duttile e scaltro come un incrocio tra Butragueno e un olandese anni 70, crea l'occasione da gol più chiara del primo tempo, andando via sulla sinistra e servendo Schurrle. Si ripete innescando Ozil prima e Klose poi. Dopo un'ora diventa meno incisivo, ma di suoi errori non se ne ricordano. Volete insegnare a un bambino come gioca l'attaccante perfetto nell'anno 2014? Fategli vedere una partita a caso di questo giocatore. E' lui l'Mvp di Brasile 2014, checché ne dica la Fifa. ARGENTINA (4-3-3) Romero 6: sottovalutato, bistrattato, baciato dalla fortuna ma contro i tedeschi non sbaglia nulla: attentissimo sulla botta di Schurrle e sulla palla sfiorata da Muller (in fuorigioco). Un po' in ritardo sull'acrobazia di Gotze. Zabaleta 6: un guerriero, e si sapeva. Trema quando Muller si sposta dalle sue parti ma se la cava con le unghie e con i denti. Che garra. Demichelis 6: la Germania non riesce mai a ripartire in contropiede e a ritmi lenti e difesa piazzata il centrale del Manchester City se la cava più che bene, anche a 33 anni suonati. Bruciato da Goetze, fregato dalla corsa di Schurrle e (forse) da un'indecisione di Romero. Garay 6,5: più dinamico e veloce di Demichelis, se la sbriga con malizia nelle occasioni calde. Che duelli con Howedes quando il tedesco si spinge in area. Rojo 6: un cagnaccio che ringhia e morde. Nel primo tempo gli va bene, nel secondo l'undici di Loew spinge anche sulla destra e lui va un po' in apnea, ma regge. Biglia 6: ai tempi dell'Anderlecht si era imposto come uno dei registi più interessanti dei campionati europei. In questa squadra Sabella l'ha preferito a Mondiali in corso a Gago affidandogli un solo compito: ripulire le palle recuperate da Mascherano, giocando senza rischi su Messi. Ci riesce quasi sempre. Compito semplice solo in apparenza. Mascherano 6,5: l'uomo che ha salvato l'Argentina contro l'Olanda (do you remember la chiusura leggendaria su Robben?) brilla meno, ma se Schweinsteiger e Kroos non dominano il merito è soprattutto suo. Senza farsi notare, è sempre nel posto giusto al momento giusto. Un maestro. Perez 5: sostituisce Di Maria solo nominalmente, perché ruolo e qualità sono ben altri. Corridore imballato, non si fa mai vedere davanti e in mezzo fatica a svolgere il compitino (dal 41' st Gago 6: non è un fulmine di guerra e quando entra non è più tempo per geometrie e fosforo. Però dà una mano) Messi 5: difficilissimo giudicare la sua prova. E' il miglior giocatore al mondo, quando riesce a superare una condizione fisica deficitaria e una pressione psicologica devastante (ancora maldipancia, una costante in Nazionale) trascina i suoi. Giusto tre spunti in tutta la partita, ma sono le uniche occasioni in cui l'Albiceleste spaventa i tedeschi. A inizio ripresa ha l'occasione d'oro per segnare, come mai riuscito al suo incubo Diego Armando Maradona. Il suo mancino, sporco e appannato, è lo specchio di un torneo giocato a mezzo servizio. E anche questa è, purtroppo per l'Argentina, una costante. Che l'ultimo pallone della speranza argentina capiti sul suo piede e finisca in tribuna, altissimo, è un doloroso affresco del Mondiale di Leo, iniziato bene e finito malissimo. Che la Fifa di Blatter gli regali il titolo di Mvp del Mondiale, poi, suona più come una involontaria beffa che come una ingiustizia. Higuain 5: al 20' ha la palla della storia ma sparacchia sul fondo un rigore in movimento, manco fosse il peggior Fred di questi Mondiali. Una decina di minuti dopo, la crudeltà del fato tocca vertici assoluti: il Pipita mette dentro su cross di Lavezzi ma è in fuorigioco. Se ne accorge il guardalinee, non l'attaccante del Napoli che esulta come un matto per almeno 10 secondi. Quando lo avvertono, gli scappa un vaffa. Si sbatte, fa movimento, ma da lui Sabella si aspetta solo una cosa, il gol. Non arriva e il ct lo toglie. Finale triste per un Mundial solitario, come la rete contro il Belgio (dal 33' st Palacio 5,5: El Trenza si defila spesso per creare spazio a Messi e Aguero. Punta d'appoggio, nei supplementari lancia alla grande il Kun, che però non sfrutta. Quando la palla buona ce l'ha lui, la spreca con un pallonetto scialbo. Stesso film visto contro l'Olanda e sempre all'extra-time). Lavezzi 5,5: come al solito, inizia bene ma cala in fretta. Peccato, perché finché la gamba regge (e i compagni lo servono) mette spesso in difficoltà il più lento Howedes. Sostituito, forse con troppa fretta (dal 1' st Aguero 5,5: in condizioni normali non sarebbe nemmeno dovuto scendere in campo. Ha una autonomia di 20 minuti, fatica a scattare e la sua utilità è ridottissima. Con Di Maria e un Kun in forma, sarebbe stata tutta un'altra Argentina). di Claudio Brigliadori @piadinamilanese