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Selvaggia Lucarelli: "Il mio palazzo impazzito per i messaggi anonimi di un'amante delusa"

Nicoletta Orlandi Posti
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E io che pensavo di vivere in un palazzo sobrio. Un palazzo di quelli nuovi, proprio di fronte a Casa Milan, popolato da milanesi perbene, signore con lo chignon, cagnolini profumati e signori che incroci la mattina presto sul pianerottolo già in cravatta e con un aereo da prendere. E invece, sotto questa apparente patina di sobrietà, si nasconde qualche torbido segreto la cui esistenza è nota a tutti gli inquilini solo da pochi giorni. Più precisamente dalla mattina in cui ci siamo svegliati, abbiamo fatto colazione, ci siamo vestiti e abbiamo varcato la soglia del portone. Un portone di vetro su cui campeggiava un bel cartello con la scritta rossa. «Molto maturo, complimenti!». Io e mio figlio, col suo grembiulino e la cartella sulle spalle, ci siamo fatti due risate. «Un'amante abbandonata, una lite un po' accesa!», ci siamo detti. La mattina dopo neanche ci pensavamo più a quel cartello. Chiudo la porta di casa mentre mio figlio chiama l'ascensore. La porta dell'ascensore si apre che io sto ancora girando la chiave nella toppa. Sento il bambino balbettare: «Mam mmm mmmma». Che succede? «Mammmmma!». Mi affaccio. Sullo specchio dell'ascensore qualcuno ha scritto con lo scotch un enorme «Codardo!». Di nuovo lei, l'amante abbandonata. Solo che questa volta è entrata nel palazzo e in questo palazzo ci sono due portoni dotati di videocitofono, per cui le cose sono due: o la tizia è molto astuta o è molto incazzata. Fatto sta che il clima da queste parti è cambiato. Primo perché la faccenda comincia a puzzare di stalking e nessuno lo dice, ma la paura è che si finisca tutti in una ricostruzione di Amore criminale. Secondo perché piano per piano è scattata la caccia ai papabili codardi poco maturi. Terzo perché nessuno lo dice apertamente, ma la più grossa paura di tutti, una paura più grande ancora di quella che accada un fatto cruento, è che non accada proprio un bel niente. Che la tizia si calmi e che nessuno conosca mai la verità. Credo che alla prossima riunione condominiale, comunque, per la prima volta ci sarà il pienone. di Selvaggia Lucarelli

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