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Nunzia De Girolamo: storia di Marta, molestata da uno stalker e derisa dallo Stato

Matteo Legnani
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«Io lo ammetto: sono tutt' altro che coraggiosa, odio stare da sola a casa, soprattutto di notte, sento ogni minimo rumore e chiudo sempre la porta a chiave». Conoscete una donna che non abbia pronunciato almeno una volta una frase simile? Ammetto di aver avuto anche io questa paura, senza un reale motivo, senza essere vittima di uno stalker, ma per il semplice fatto di essere comunque una donna e in quanto tale vulnerabile, sempre esposta, come quando ero una ragazzina indifesa. «Si tratta di una paura che ti fa sentire sola con te stessa», come ha scritto su Facebook Marta, ragazza di Napoli, che sta subendo violenza psicologica e fisica da uno sconosciuto, entrato prepotentemente nella sua vita, ledendo la sua serenità. Così Marta, che dice di essere stata trascurata dallo Stato, quasi derisa dai carabinieri a cui si era rivolta, ha deciso di scrivere una lettera, per dare voce alla sua paura e per parlare con quell' uomo per lei senza identità. Un uomo senza volto, diventato il suo incubo peggiore di giorno e di notte. Non conosco Marta, ho letto questa storia dai social. Qualcuno mi ha segnalato con ansia il suo scrivere, mentre qualche altro con perplessità e diffidenza. Le vittime - Io ho deciso di scrivere comunque la tua storia Marta, in nome di tutte le donne che quotidianamente sono vittime di uno stalker e non hanno la forza di denunciare. In nome di tutte quelle donne che raccontano, ma non sono credute o ascoltate, perché l' indifferenza dei buoni mi spaventa di più della violenza dei cattivi. In onore di tutte le donne che hanno avuto il coraggio di condannare la violenza e l' abuso, anche quando lo Stato non era vigile, presente o risolutivo. Per tutte le donne che muoiono nonostante abbiano denunciato il loro stalker. Per tutte quelle donne che predicano continuamente morale e, molto probabilmente, non hanno il tempo per praticarla, se è vero ciò che raccontano le ultime notizie di cronaca su Asia Argento. L' attrice pare abbia dovuto risarcire l' allora 17enne Jimmy Bennett. Per quale motivo? Lo stesso per il quale la stessa figlia d' arte è balzata alle cronache qualche mese fa. Stavolta però in veste opposta. Il giovane Jimmy sostiene di essere stato violentato proprio dall' Argento, una delle paladine di Me Too. Hai proprio ragione cara Marta, quando scrivi che «in Italia se ti va bene denunci per atti persecutori, se ti va male ti fanno una risata in faccia, perché anche se molti pensano che noi facciamo le vittime e il sessismo non esiste, ci sono uomini che pensano di poter decidere per noi, che pensano che siamo di loro proprietà solo perchè ci hanno viste per strada e magari pensano che siamo carine». Tutte arrabbiate - Questa settimana, Piazza del Popolo, la nostra e la vostra piazza, ha dato voce a Marta. Una ragazza qualunque, una donna che potrei essere io, o tu che stai leggendo. Dunque, mi associo a te, per dire al tuo caro stalker, che non sei la sua ragazza, non siamo le sue ragazze, che siamo tutte arrabbiate. Perchè, e questo me lo concederete, ci hanno proprio rotto il **bip**, come dici tu. di Nunzia De Girolamo

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