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Vittorio Feltri: strage di Corinaldo, gli sciacalli sui social danno la colpa alla pistola di Libero

Cristina Agostini
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Trionfa sempre l'imbecillità diffusa su internet, dove taluni attribuiscono a Libero la responsabilità della tragedia di Ancona in quanto il nostro giornale ha propagandato la pistola al peperoncino quale arma di difesa. Siamo al delirio. Peggio, all'ignoranza crassa.  Leggi anche: "Rapina prima della strage". Corinaldo, qui cambia tutto: il deejay sconvolge l'Italia La rivoltella non è offensiva bensì protettiva. Se qualcuno cerca di violentare una donna oppure entra furtivamente in casa tua non esiste un mezzo adeguato per respingere il malintenzionato o l'intruso. L'unico strumento che consenta di salvarsi in certe situazioni è proprio il revolver, il quale provoca solo uno stordimento in chi riceve il "proiettile" e lo rende momentaneamente inabile, giusto il tempo che serve alla vittima dell' aggressione per porsi al riparo. Il peperoncino non uccide, non ferisce, al massimo ti debilita e consente di tagliare la corda, di avvertire la polizia o i carabinieri. Tutto qua. Il cretino che in discoteca ha spruzzato lo spray urticante non lo ha fatto allo scopo di salvaguardare se stesso, visto che non era minacciato da alcuno, ma per seminare il panico nel pubblico e provocare un caos infernale. La gente non ha capito cosa stesse succedendo e si è data a una caotica fuga le cui conseguenze sono state esiziali. Il panico è contagioso e implacabile. La folla impaurita agisce irrazionalmente come una mandria impazzita. Chi gestisce un locale pubblico dovrebbe saperlo e prevenire il peggio evitando di ospitare 1400 persone dove ce ne stanno comodamente 870 al massimo. Prendersela con la pistola innocua di Libero per spiegare la sciagura nel capoluogo marchigiano equivale ad accusare uno starnuto di aver causato una frana. I social ormai sono l' eco di una idiozia sfrenata che serpeggia in coloro che, invece di riflettere, vomitano sentenze insensate. di Vittorio Feltri

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