Cerca
Logo
Cerca
+

Vittorio Feltri, l'infermiera di Prato incinte di un 14enne: "Ingiustizia rivoltante"

Gino Coala
  • a
  • a
  • a

Mi sono stufato di scrivere del Tav, del Def e dello ius soli, argomenti di una noia devastante. Preferisco occuparmi dei fatti della vita, come mi insegnò Guglielmo Zucconi, insigne giornalista, direttore della Domenica del Corriere e del Giorno in tempi remoti. Leggi anche: Feltri, la sentenza sullo studente che ha messo incinta la prof: "Ecco chi punirei" L' ultima notizia che ha sconvolto l' opinione pubblica credo sia la infermiera di Prato ingravidata da un ragazzino di 14 anni, dei quali non faccio nomi per senso di pietà. Pietà per chi sbaglia, talvolta commette reati per debolezza o qualcosa che somiglia a una malattia. Di questa storia, Libero quanto tutti i quotidiani si è già occupato a fondo e non intendo ruminare sul tema. Ribadisco soltanto che la donna doveva risparmiarsi l' esperienza che chiunque le rimprovera, anche perché ne è stata danneggiata in modo irreversibile e per l' intera esistenza sarà chiamata a trovare giustificazioni che non sussistono. Ma c' è uno sviluppo meritevole di sottolineature. Il marito - lo abbiamo segnalato - esasperato per essere incolpevolmente stato coinvolto nelle polemiche, se ne è andato di casa portandosi appresso il primo figlio di undici anni, lasciando la moglie con il pesante frutto del peccato, cioè l' ultimo nato messo al mondo dallo studentello in una sorta di complicità con l' insegnante di inglese. Si dà così il caso che la povera donna, ancora agli arresti domiciliari, sia rimasta sola con la propria disperazione e il bimbo pietra dello scandalo. Comprendiamo l' irritazione del consorte tirato per il bavero in una situazione abbastanza vergognosa e sputtanante, però ci stupisce la decisione dei giudici di confermare la clausura per la signora. Che senso ha? Lei ha confessato ammettendo ogni addebito, pur dicendo di non aver commesso atti di violenza, ed è assurdo pensare che intenda fuggire o reiterare il reato di abuso, pertanto i domiciliari sono un provvedimento incongruo, una sorta di punizione preventiva francamente inaccettabile. In fondo la pratese non ha ucciso nessuno bensì ha messo alla luce un bebè. Criticarla va bene, ciononostante castigarla impedendole la libertà di accudire al figlio e provvedere a se stessa in forma dignitosa costituisce una ingiustizia rivoltante. di Vittorio Feltri

Dai blog