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Vittorio Feltri: "Non pensiamo alle cretinate, abbiamo grane più grosse con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio"

Cristina Agostini
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Da vari giorni i quotidiani cartacei, incluso il nostro, nonché i notiziari televisivi, dedicano ampio spazio alla vicenda del duca e della duchessa di Sussex, Harry e Meghan, intenzionati a mollare la famiglia della regina Elisabetta di Inghilterra poiché desiderosi di lavorare e rendersi indipendenti. Essi aspirano a vivere fuori dai palazzi reali e a pensare esclusivamente agli affari propri. Dove risiede lo scandalo? La giovane coppia, del cui destino non mi importa un accidenti, pur essendo composta di persone normali, in carne ed ossa e nulla più, viene criticata e ciò fa notizia. Non capisco perché i fatterelli privati delle monarchie debbano suscitare tanto interesse nella opinione pubblica al punto che i media ne parlano e ne scrivono senza soluzione di continuità. Mi piacerebbe che si svolgesse un sondaggio per sapere se gli aristocratici in questione effettivamente stiano a cuore alla cosiddetta casalinga di Voghera, la quale ormai è diventata un mito, anzi un punto di riferimento. Personalmente confesso: per quale arcano motivo dovrei appassionarmi al presente e al futuro di Harry e consorte? Peraltro segnalo che essi non sono clochard in gravi ristrettezze economiche, bensì ricchi signori la cui unica preoccupazione è quella di amministrare al meglio le loro abbondanti risorse che consentirebbero a chiunque di campare in una imbarazzante agiatezza. Il problema che affligge parte dell'umanità in queste ore è che i due succitati, abbandonando la nobile dimora, finirebbero per rompere una antica tradizione. D'accordo, ma chissenefrega? Saranno padroni di agire come gli garba senza incorrere nella censura non solo della stampa britannica, ma anche di quella italiana che pure ha grane ben più grosse da affrontare. Noi abbiamo a che fare con Di Maio, Conte e Zingaretti e non dovremmo perdere tempo ed energie ad analizzare le cretinate riguardanti la famiglia Windsor, come se il nostro avvenire dipendesse da Londra e non da Roma, purtroppo. di Vittorio Feltri

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