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Stracquadanio trombato:da superfalco di Berlusconia scudiero di Albertini

L'ex parlamentare Pdl, passato ai montiani, fuori dalle liste del prof sia alla Camera che al Senato. Ridotto a fare campagna per l'ex sindaco di Milano candidato in Lombardia

Matteo Legnani
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Era stato uno di quelli che aveva scommesso sulla fine del Cavaliere. Tanto convinto della fine di Berlusconi e del Pdl da dire in una intervista al Corriere della Sera del 14 luglio 2012 che l'ex premier era ormai al tramonto e da definire il PdL un partito che non esiste, annunciando quindi l'abbandono del gruppo parlamentare azzurro e la sua adesione al Gruppo Misto. E pensare che Giorgio Stracquadanio, nei suoi primi sei anni di attività parlamentare, si era guadagnato il grado di "falco berlusconiano": uno che si era detto favorevole alle cosiddette leggi ad personam, un sostenitore del no al dissenso all'interno del Pdl, uno che aveva detto che il famigerato "editto bulgaro" avrebbe dovuto contenere più nomi (oltre a quelli di Biagi e Luttazzi). Poi, il progressivo allontanamento e l'avvicinamento a "fermare il declino" di Oscar Giannino, la nascita di Italia Libera, nuovo soggetto politico vicino a Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e Andrea Riccardi e al progetto della Lista per l'Italia di Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini (nei confronti del quale e della vicenda della casa di Montecarlo si era detto favorevole all'utilizzo di un "metodo Boffo") per continuare l'esperienza politica del Governo Monti. Infine, nel dicembre 2012, aderisce ufficialmente all'Agenda Monti per l'Italia, il nuovo movimento politico di Mario Monti. senza cavarne un ragno dal buco, ossia un posto in lista. Intervistato da Il Fatto quotidiano, Stracquadanio racconta i retroscena della trattativa coi montiani nella formazione delle liste, prima per la Camera, poi per il Senato (nella quale, dice, intervenne a un certo punto anche Formigoni, che voleva da Monti un posto sicuro a Palazzo Madama, che gli ha poi dato Berlusconi). Fino al momento in cui ha capito che era fuori da tutto. "Ora dara l'addio alla politica?" gli chiede il Fatto. "Per niente - risponde lui - sono già al lavoro. sono già al lavoro. Ho un ruolo di primo piano al fianco di Albertini per le regionali in Lombardia. Mi ha chiesto di candidarmi ma ho detto no, preferisco coordinare la campagna elettorale". 

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