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Caso Boffo, Alessandro Sallusti contro Vittorio Feltri: "Ricostruzione senza fondamento". Replica al veleno

Giulio Bucchi
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Una ricostruzione "senza alcun fondamento". Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti sceglie Dagospia per replicare alle accuse mosse da Vittorio Feltri sulle pagine dell'Espresso, in edicola venerdì 4 luglio. Il fondatore di Libero aveva ricostruito il caso Boffo e la genesi della "macchina del fango", ovvero l'articolo del Giornale del 28 agosto 2009 accusò l'allora direttore dell'Avvenire Dino Boffo di essere un "omosessuale attenzionato dalla polizia", riportando una informativa poi risultata falsa. "Fu Alessandro Sallusti a dirmi che la fonte della velina su Dino Boffo era il cardinale Tarcisio Bertone, che l'aveva data a Luigi Bisignani e Daniela Santanché. Poi era arrivata a Sallusti. E' questo quello che ho raccontato ai magistrati. Davanti ai pm si deve dire la verità". La replica di Sallusti - "Come ho già avuto modo di spiegare ai magistrati della Procura di Napoli - ha commentato Sallusti -, non ha alcun fondamento la ricostruzione fatta da Vittorio Feltri sull'origine dello scoop della condanna di Dino Boffo per molestie telefoniche a sfondo sessuale. I nomi citati da Feltri non hanno nulla a che fare con quella vicenda, ne avrei potuto farli, quelli o altri, a Feltri o a chiunque in quanto avrei violato il dovere alla riservatezza delle fonti che è baluardo inviolabile del nostro mestiere". "Durante la mia deposizione a Napoli - prosegue Sallusti su Dagospia - ho avuto la netta impressione che i magistrati fossero più stupiti e allibiti di me delle parole di Feltri. Prova che non hanno neppure ritenuto di allegare il verbale agli atti del processo in corso sulla fuga di notizie, tanto quella ricostruzione risultava confusa, fantasiosa e senza alcun riscontro". Feltri, veleno nella coda - Finita qui? No, perché Feltri ribatte scrivendo a sua volta a Dagospia. Il fondatore di Libero ribadisce la versione consegnata al pm: "Chiunque può immaginare che se non avessi avuto ampie rassicurazioni da Alessandro Sallusti circa la attendibilità della fonte (Santanchè , Bisignani e Bertone) delle notizie su Boffo, mai e poi mai ne avrei autorizzato la pubblicazione". "Nonostante ciò - continua -, raccomandai al condirettore Sallusti di effettuare le opportune e prudenziali verifiche sulla esattezza delle notizie stesse, e lui dopo alcune ore mi informò che tali verifiche erano state eseguite e che pertanto si poteva procedere". A quel punto, visto che la documentazione risultò parzialmente inesatta, "io venni sospeso dall'Ordine tre mesi e dovetti rinunciare alla direzione del Giornale. Al mio posto guarda caso subentrò Sallusti". Primo carico di veleno, che arriva anche per la Pitonessa: "Nel frattempo la signora Santanchè mi disse che il card. Bertone mi avrebbe invitato in Vaticano per ringraziarmi di aver pubblicato la vicenda Boffo. Invito che non ho mai ricevuto". Appuntamento a lunedì prossimo, quando Feltri rientrerà dalle ferie e siederà di nuovo sulla poltrona del suo studio nella redazione milanese del quotidiano di via Negri. A cinque metri di distanza da lui, per la cronaca, c'è l'ufficio di Sallusti. Può succedere di tutto. E l'impressione è che in ballo, dietro questo scontro tra i due giornalisti, ci sia la direzione de "Il giornale".

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