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Giuliano Ferrara contro Travaglio e Formigli: "Topi in fuga dalla bracaccia che affonda"

Andrea Tempestini
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Su Il Foglio di lunedì 21 luglio, Giuliano Ferrara torna, a modo suo, sulla rissa con Marco Travaglio nello studio di Bersaglio Mobile, la trasmissione condotta da Enrico Mentana. La rissa risale a venerdì, ma il suo rumore si fa ancora sentire. Domenica, per esempio, Mitraglietta ha sentito il bisogno di rispondere - velenosamente - a chi lo ha criticato per aver portato due galli nel suo pollaio. Oggi, come detto, tocca all'Elefantino dire nuovamente la sua. Le domande - Nell'editoriale il direttore la prende larga. Inizia snocciolando le domande che si fanno "i vili e i cretini" dopo l'assoluzione di Berlusconi. Poi passa in rassegna le considerazioni di chi "rosica" (per esempio Lucia Annunziata) e di chi finge che "a me del caso Ruby non frega poi così tanto, era chiaro che sarebbe andata a finire così, passiamo alla mafia" (per esempio Marco Travaglio, o meglio come lo chiama Ferrara "Marco Dettaglio"). Poi, però, Ferrara scrive delle domande che vorrebbe fare lui, o che meglio avrebbe voluto fare nello studio di Mentana. "Nella mia modestia di spazzino del giornalismo italiano - scrive - (...) ho anch'io un paio di domande cretine. C'è stato un qualche rapporto tra la crisi di leadership (...) e questa inchiesta che non si sarebbe mai dovuta fare, tutta gogna mediatica, intromissione guardona e niente prove, niente reati?". Quindi Ferrara pone la medesima domanda in relazione alle prime inchieste su Berlusconi, nel 1994, e il successivo ribaltone politico. La fuga dei topi - Dopo aver scritto delle domande che avrebbe voluto fare, Ferrara riprende: "Ecco. Ho partecipato a un talk show, su gentile richiesta di Chicco, la sera dell'assoluzione di Berlusconi (...) e queste domande non sono venute alle luce, ho potuto solo accennarle tra grida da trivio, vanità da camerino per sociologhe di serie C (il riferimento è a Lorella Zanardo, ndr) e giornalisti garantisti che intitolano Piazza Pulita le loro trasmissioni di finti giuristi liberali (Corrado Formigli, ndr), e ho visto, mentre mi abbassavano l'audio e si prendevano un sonoro vaffanculo, la grande fuga dei topi mentre la loro barcaccia affondava: nessuno che attaccasse il verdetto e rivendicasse fino in fondo il proprio comportamento, nessuno che si scusasse per il malfatto, nessuno che si facesse domande politiche che in qualunque paese sarebbero state poste ai magistrati, alle loro associazioni, a gente di cultura giuridica e politica e non a un circolo di scemi del giornalismo chiacchierone (me compreso)". Giornalismi - Durissimo, insomma, l'Elefantino, che spara sulla "barcaccia" che affonda e sui "topi" che scappano dalle loro responsabilità, ossia di sicuro Travaglio e Formigli, e chissà magari anche Mentana, che ha preferito togliere la voce a Ferrara abbassandogli l'audio piuttosto che fargli fare quelle domande su cui insiste sul suo quotidiano. Il direttore riprende: "In compenso (si vedevano, ndr) culi, tette e testimonianze di pentite al processo finito in pornoprocesso e farsa grottesca. Eravamo tutti giornalisti - chiosa -, mica male il giornalismo italiano"...

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