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Alessandro Sallusti avverte Salvini: "Cosa mi è successo quando sono stato a Mosca". Occhio: dietro c'è Putin

Giulio Bucchi
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Non ha dubbi, Alessandro Sallusti: c'è Vladimir Putin dietro allo scandalo-Savoini che sta chiamando in causa Matteo Salvini e la Lega per i presunti finanziamenti russi al Carroccio. E per sostenere la sua tesi il direttore del Giornale ricorda un aneddoto che lo riguarda personalmente. "Un paio di anni fa sono stato a Mosca per lavoro. Al mio rientro in Italia mi chiamò un addetto dell'ambasciata russa in Italia per accertarsi che tutto fosse andato per il meglio". Sallusti si dice sorpreso di tale interesse, e dall'altra parte del telefono lo gelano: "Sappiamo anche che lei ha fatto una corsa sulla Piazza Rossa, le è piaciuto? Le camicie che ha comperato ai grandi magazzini Gum sono state di suo gradimento?".  Leggi anche: "Se Macron e Soros...": Fondi russi, ora nella Lega fanno i nomi: terribile sospetto politico "Insomma - taglia corto il direttore -, era chiaro che ero stato seguito in ogni mio spostamento, ne più ne meno di come sarebbe accaduto ai tempi dell'Unione Sovietica con un ospite occidentale". Questo perché "a Mosca non si muove foglia che Putin non sappia o non voglia. E che quindi è impossibile che la registrazione, e la successiva divulgazione, del colloquio tra il collaboratore fesso di Salvini e i funzionari del governo russo sia avvenuta per caso o all'insaputa del grande capo". 

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