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Greta Thunberg, l'appello di Stefano Zurlo: "Non datele il premio Nobel, chi sono i veri eroi"

Caterina Spinelli
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Greta Thunberg, la giovanissima attivista ambientale svedese, è la favorita a vincere il premio Nobel per la pace 2019, almeno per le agenzie di scommesse britanniche. Eppure dietro le quinte c'è anche chi la sedicenne non la sopporta proprio. Un sentimento causato - dicono - dai tanti stereotipi e luoghi comuni di cui sono pieni i suoi discorsi. Così Il Giornale si appella affinché "non ci sia il trionfo di questa grammatica universale, leggera e impalpabile, adatta a placare, sia pure per un po', le nostre ansie e allergie alle vaschette monouso, alle nuvole di anidride carbonica e al clima che ci sfugge di mano". Leggi anche: Greta Thunberg e Carola Rackete, ambientalisti e Ong assieme per formare un partito Dunque, un premio che dovrebbe essere "un cuneo piantato nelle nostre coscienze", ma che spesso non è tale. "Non sempre l'applauso - chiarisce Stefano Zurlo, che firma il commento - va agli eroi contemporanei che hanno messo la pace, intesa come sorella della verità e della carità, al primo posto. Prima addirittura della propria libertà. A volte, il Nobel è la proiezione di una favola di cui tutti abbiamo bisogno, una fiaba che non scontenta nessuno anche se il lieto fine è di là da venire. In una lotteria da cui è uscito di tutto, potrebbe pure andarci peggio: lo scrittore Mario Vargas Llosa ha proposto la capitana Carola Rackete. Meglio dare il Nobel al candore dei sogni"

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