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Alessandro Sallusti: "Ai politici interessano solo i soldi e il conto in banca, i loro"

Cristina Agostini
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"Girala come vuoi, ma alla fine anche per i politici quello che conta sono i soldi", attacca Alessandro Sallusti, "soprattutto se uno non è nato ricco o non ne ha saputi fare". E "il problema dell'implosione dei Cinque Stelle è innanzitutto economico, al di là delle ciance. Passata la sbornia moralista - il famoso «onestà, onestà» - deputati e senatori grillini senza futuro si sono resi conto che guadagnare quindicimila euro al mese è meglio che incassarne solo metà e così hanno sospeso alla chetichella di versare l'altra metà nelle casse di Di Maio e di Casaleggio come pattuito al momento della nomina. Il loro ragionamento ora è: se mi espellete fate pure, passo nel gruppo misto, guadagno il doppio e nessuno mi rompe le scatole un giorno sì e l' altro pure". Per approfondire leggi anche: "Renzi scherza col fuoco". Di Maio, lo sfogo privato. Governo? No, un Vietnam "Del resto il loro capo Beppe Grillo si è tirato fuori da responsabile del blog Cinque Stelle proprio per non dovere mettere mano al portafogli per le onerose condanne delle numerose querele. E un'ex ministra grillina, Elisabetta Trenta, non ha ancora lasciato la lussuosa casa ottenuta con un piccolo inganno quando era responsabile della Difesa". E Matteo Renzi non è da meno, "anche per lui ora è meglio il portafogli. La sua denuncia dei redditi è in breve passata da cento a ottocentomila euro a suon di gettoni per comparsate e conferenze", conclude Sallusti. Insomma, l'unica cosa che conta è "il conto in banca".

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