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Dpcm, Bruno Vespa contro Giuseppe Conte e Vincenzo De Luca: "Un delirio allarmista che affonda il Paese"

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Occhio a non esagerare. Bruno Vespa condanna l'allarmismo gratuito sul coronavirus: "Gli allarmi sono giusti, visto che ieri è stato superato il tetto dei diecimila casi (di cui quasi un quarto in Lombardia) sia pure con un numero più ridotto di morti - verga il conduttore di Porta a Porta sulle colonne del Giorno -. Ma il delirio di allarmismo rischia di inginocchiare il Paese senza che ve siano i presupposti".

Nel mirino del giornalista la "grave disattenzione" che colpisce tutto il Paese e che obbliga Vincenzo De Luca ad annunciare il coprifuoco per le 22. "Il governatore della Campania lo fa perché l'impianto sanitario, come di altre regioni del Sud, è molto fragile e non è stato fatto molto per potenziarlo". Secondo Vespa non si è fatto abbastanza nell'intervallo di tempo tra maggio e settembre, quando il Covid ha concesso anche qualche momento di tranquillità. Eppure per ora "è incomprensibile l'allarme generale visto che in Italia sono occupati meno del dieci per cento dei posti in terapia intensiva e in Campania meno del 20". Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, il governo è intenzionato ad intervenire con un nuovo, stringente, dpcm. Che dovrebbe però escludere il coprifuoco serale.

 

 

Ma le critiche di Vespa non finiscono qui e nel suo editoriale se la prende con la chiusura anticipata di bar e ristoranti (secondo indiscrezioni inserita all'interno del prossimo Dpcm ndr), quella che lui stesso definisce senza mezzi termini "una sciocchezza". Ad avvalorare la sua tesi le cifre che vedono un'ipotetica chiusura delle attività commerciali a mezzanotte costare 300 milioni al mese. A questo punto non resta che chiedersi "dove sono i geniali strateghi che in primavera inseguivano con i droni su spiagge deserte il bagnante abusivo e il solitario runner che correva sulla battigia?".  Spariti, così come sono spariti gli investimenti sui trasporti. "Gli unici - a detta di Vespa - a dover essere fatti" per fermare l'emergenza.

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