Massimo Cacciari contro Matteo Renzi: "Come Salvini al Papeete, una sceneggiata politicistica"

giovedì 14 gennaio 2021
Massimo Cacciari contro Matteo Renzi: "Come Salvini al Papeete, una sceneggiata politicistica"
2' di lettura

"Aprire la crisi a pandemia in corso è folle": Massimo Cacciari dice la sua senza peli sulla lingua in merito alle dimissioni delle ministre di Italia Viva. Secondo il filosofo ed ex sindaco di Venezia, il gesto è irresponsabile. Tuttavia non crede che si andrà presto al voto, così come non crede che avremo un premier diverso da Giuseppe Conte. "Il Paese annaspa e milioni di persone faticano ad arrivare alla fine del mese. Assistere a questa sceneggiata politicistica è semplicemente inaccettabile", ha detto Cacciari in un'intervista a La Stampa. Il professore poi ha avuto qualcosa da dire anche su chi ha mosso tutti i fili della vicenda, Matteo Renzi: "Troppe volte questa sua velleità di voler afferrare tutto è stata pessima consigliera. Si è comportato come Salvini nell’estate del Papeete. Sono persone che agiscono in modalità o la va o la spacca". Secondo il filosofo, inoltre, il leader di Italia Viva è mosso da un grande astio nei confronti del presidente del Consiglio. Ecco perché l'ha definito antidemocratico e filo trumpiano, tra le altre cose. 

Massimo Cacciari durissimo contro Matteo Renzi: "Crisi di governo? Fantasia suicida di un megalomane"

"La crisi di governo dipende un po' dalla fantasia suicida del personaggio, per l’ennesima volta non capi...

Le colpe però sono da dividere a metà, stando all'opinione di Massimo Cacciari. Anche Conte ha fatto i suoi sbagli. "Il Recovery prodotto da lui e dai suoi consiglieri faceva schifo - ha affermato l'ex sindaco di Venezia -. Per altro la gestione della pandemia, con il prolungamento dello stato di emergenza pone delle questioni molto importanti". Secondo Cacciari, comunque, non ci sono molte alternative: "Un governo con i responsabili è una schifezza". E lo stesso Conte non vorrebbe lasciare il suo posto: "Prima di diventare presidente del Consiglio non era nulla. Mica era Draghi o un premio Nobel. Non lo conosceva nessuno. Resterà abbarbicato al suo nuovo potere il più possibile", ha aggiunto il professore.