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Gianfranco Rotondi, a L'aria che tira la frecciata a Matteo Bassetti: "Sono stati tanto in tv. Forse una poltrona da ministro...

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"Ha il nome di un premier da proporre?": Myrta Merlino ha stuzzicato così Matteo Bassetti, ospite della sua trasmissione, L'Aria che tira, su La7. "Non ho il nome di un premier, basta che non mi tocchino Pierpaolo Sileri, poi facciano tutto il resto. È stata sicuramente la persona che ha lavorato meglio nell'ambito della Sanità nell'ultimo anno", ha risposto l'infettivologo. A quel punto ha preso la parola Gianfranco Rotondi di Fi, in collegamento con la Merlino: "Sono stati tanto in televisione, è giusto che anche il partito dei virologi abbia le sue quote al governo". La padrona di casa, allora, ha subito pensato si trattasse di una frecciatina indirizzata a Bassetti. Ma l'azzurro ha replicato: "Trovo giusto che con tanta visibilità in politica un partito presente tutti i giorni in televisione dovrebbe esprimere qualche ministro". "Io li chiamerei alle consultazioni", ha aggiunto ironicamente la Merlino. Infine è intervenuto di nuovo Bassetti: "Sarebbe difficile trovare una quadra su un nome visto come siamo stati divisi nell'ultimo anno".

 

 

 

Parlando poi dei furbetti del vaccino, l'infettivologo ha spiegato: "Se hai vaccinato una persona con una dose, a non fargli la seconda dose finisci per fare male al sistema, non alla persona. Chi ha ricevuto la vaccinazione prima e non la doveva ricevere, comunque poi deve fare tutto il ciclo vaccinale". Un chiaro riferimento a tutti quelli che non dovevano essere vaccinati, perché fuori dalle categorie a rischio, in cui rientrano per esempio gli operatori sanitari. Poi qualche parola anche sul personale degli ospedali non vaccinato: "C'è ancora qualcuno scoperto non perché la vaccinazione non funziona, ma perché qualcuno ha detto di no. Che cosa faremo con queste persone? Potranno continuare a lavorare? Dovremo trovare una collocazione diversa".

 

 

 

Infine sul vaccino Astrazeneca, che potrà essere somministrato solo a chi rientra nella fascia 18-55 anni, l'esperto si è mostrato molto contrariato. "Come faremo adesso a vaccinare tutte le persone con più di 55 anni? È una limitazione castrante, dobbiamo mettere in sicurezza più persone possibili, anche con un vaccino che potenzialmente non arriva al 100 per cento".

 

 

 

 

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