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Non è l'Arena, il medico che ha vaccinato Andrea Scanzi? Introvabile: legittimi sospetti

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Prima si era definito semplicemente "panchinaro", poi "caregiver" dei suoi genitori "fragili". Il caso di Andrea Scanzi non è chiuso. Non è l'arena, su La7, è andata sulle tracce del dottor Romizi che il giornalista del Fatto quotidiano aveva ringraziato pubblicamente per averlo vaccinato. Nella puntata di ieri sera 11 aprile, Massimo Giletti ha mandato in onda il servizio dell'inviata Francesca Carrarini che, chissà come mai, non è però riuscita a trovarlo. Il medico non era da nessuna parte, né in studio né a casa. 

 

 

Il dottor Evaristo Giglio, direttore del distretto sanitario di Arezzo, ha spiegato: "Scanzi, da quello che hanno detto lui e il suo medico di famiglia sono come in qualche modo caregiver di familiari malati, che risultano nella lista dei vulnerabili". Antonio D'Urso direttore generale Asl Toscana Sud Est, ha detto: "In questi casi il decreto parla di familiari conviventi". 

 

 

La procura di Arezzo intanto ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla vaccinazione di Andrea Scanzi con AstraZeneca. I pm vogliono capire cosa è accaduto. Scanzi, infatti, avrebbe chiesto al proprio medico di essere vaccinato in quanto "caregiver" dei suoi genitori, soggetti fragili. E la somministrazione è avvenuta poi venerdì 19 marzo al Centro Affari di Arezzo, ora centro vaccinale della Asl Toscana Sud Est. Scanzi ha dichiarato in tv: "Ho scritto al mio medico il 26 febbraio dicendogli che sapevo che non rientro in nessuna categoria, se cambiassero le regole e nel pieno rispetto delle regole e per evitare che la dose venisse buttate via ho chiesto se potessero chiamarmi. Lui mi chiama il 3 marzo e mi dice al telefono: 'Andrea, l’Asl ha detto che ha scoperto che molte dosi vengono buttate via'". Io gli ho risposto di procedere se tutto fosse stato lecito".

I giudici stabileranno se è stato tutto lecito oppure no. Intanto però il suo medico è sparito.

 

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