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DiMartedì, Antonella Viola: "A luglio fino a 1.300 morti al giorno di coronavirus? I due scenari"

 Antonella Viola

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In studio da Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, nella puntata del 27 aprile, si parla delle riaperture, e il conduttore illustra con dei cartelloni sullo schermo lo studio della fondazione Kessler: "Rischiamo 1300 morti al giorno a metà luglio", sottolinea Floris. Ma Antonella Viola, che è in collegamento, non conferma questa previsione, anzi. "Questo è lo scenario catastrofista. Così sarebbe se ci fosse un liberi tutti e non riaperture graduali", spiega la virologa. Che prosegue: "E poi dobbiamo tenere in considerazione che la trasmissione subisce l'effetto del clima, io mi aspetto una situazione più semplice. Le temperature alte bloccano il virus. Quello è uno scenario complesso", conclude la Viola.

 

 

Nello stesso momento a Cartabianca, su Rai tre, Massimo Galli, virologo dell'ospedale Sacco di Milano, che da tempo sostiene che il rischio è "calcolato male" ed è molto critico con le decisioni prese dal governo di Mario Draghi, conferma la linea più pessimista: "I calcoli non sono stati fatti su base scientifica. Non facciamo gli ipocriti. Diciamo chiaramente che si è disponibili a vedere qualche centinaio o migliaio di morti in più, e che dobbiamo provare a tenere in piedi le attività economiche e va bene così". E ancora; "Da un po’ di tempo abbiamo qualche segnale favorevole ma non è abbastanza. Mancano 30 milioni di vaccinazioni somministrate che ci dividono dalla Gran Bretagna. Non sappiamo tra quanto tempo potremo averle".

 

 

 

Dello stesso avviso Andrea Crisanti: "Il rischio di richiudere è molto alto", ha spiegato a Otto e mezzo, su La7: "Se allentiamo le misure di restrizione il contagio è destinato inevitabilmente ad aumentare. Tutta la partita si gioca sul fatto che le vaccinazioni possano o meno fermare il virus. Se ci trovassimo nella situazione dell'Inghilterra, la scommessa si potrebbe vincere", ha spiegato il direttore del dipartimento di microbiologia dell'Università di Padova. "Ma noi corriamo un rischio grossissimo: finché c'è trasmissione, si generano inevitabilmente delle varianti che potrebbero superare le difese del vaccino. C'è un problema di selezione naturale del virus. Lo abbiamo già visto in Cile, dove hanno vaccinato il 75% della popolazione con un vaccino che aveva il 50% di protezione, quindi avevano il 35% della popolazione protetto. Hanno riaperto tutto e ora si ritrovano nel pieno di un'ondata, con tantissime varianti".

 

 

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