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Massimo Giletti, "cosa è accaduto nel covo di Totò Riina". Scoop inquietante, le rivelazioni sui servizi segreti: a braccetto con Cosa Nostra?

Massimo Giletti

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Massimo Giletti lascia il suo storico programma su La7, Non è l'arena, per uno speciale, in onda domani 10 giugno in prima serata sempre su La7. Si intitola Abbattiamoli, un'inchiesta sulla mafia da lui girata in Sicilia. E anticipa lo scoop che manderà in onda: "Abbiamo scoperto che dopo il suo arresto il covo di Totò Riina fu controllato solo per 7 ore, faremo vedere come fu ritrovato 18 giorni dopo la sua cattura, completamente devastato e la cassaforte di colore verde aperta". Non solo, continua il giornalista: "Faremo ascoltare le registrazioni dell'unico interrogatorio di Riina con il capo della procura di Caltanissetta, in cui ci sono dei passaggi molto forti sui servizi segreti".

 

 

 

In particolare il conduttore ripercorrerà la trattativa tra lo Stato e la mafia e l'uccisione dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ad arricchire il tutto numerose testimonianze. Quella di Giletti non è una battaglia nuova. Da tempo sotto scorta il conduttore ha ricevuto minacce da ogni dove e sulle colonne del Corriere della Sera ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. "Sono stato lasciato solo da tanti colleghi - ha affermato -. Se questa battaglia contro i boss, nel periodo del Covid, l’avessimo fatta in tanti non sarei entrato nel mirino di Cosa nostra".

 

 

 

Ed è proprio questa sua tenacia che ha reso Non è l'Arena un programma di grande successo. Dopo la chiusura su Rai1, la trasmissione ha trovato spazio su La7 dove il conduttore si dice più contento che mai: "Chi fa numeri importanti è oggetto di attenzioni. Ma io scelgo sempre con il cuore. Non potrò mai dimenticare che il giorno in cui stavo seppellendo mio padre, nel gennaio 2020, mi sono sentito abbracciare alle spalle. Mi sono girato e c’era il mio editore, Urbano Cairo".

 

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