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Marco Travaglio, nuovi azionisti? Le grandi manovre sul Fatto: un clamoroso giro di soldi in Borsa

 Marco Travaglio

Attilio Barbieri
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Grandi manovre in corso sul titolo Seif sul listino Aim di Piazza Affari. Le azioni della Società Editoriale Il Fatto hanno chiuso la seduta a 0,745 euro, in guadagno del 5,67%, in una giornata dominata dalle vendite, con il FtseMib in calo dell'1,51%. Ma sul titolo della società che pubblica Il Fatto Quotidiano c'è movimento da alcune settimane. Per lo meno dal 20 di aprile, quando è giunta notizia che uno dei soci storici, la Edima, ha limato la propria partecipazione al di sotto della soglia rilevante del 10% del capitale sociale. Per la precisione dall'11,34% al 9,76. Ma questo accadeva nella seconda metà di maggio. L'8 giugno scorso la Seif faceva sapere di avere avuto comunicazione da Edima di una ulteriore cessione di azioni che portava la holding degli imprenditori marchigiani dal 9,76 al 4,27% per cento, rompendo, in questo caso, la soglia rilevante del 5%. Nel corso delle due operazioni Edima ha ceduto in tutto 1.767.589 azioni, pari al 7,7% del capitale. Fatte salve ulteriori operazioni intercorse successivamente all'8 giugno e di cui non si ha notizia, gli azionisti rilevanti del Fatto sono ora Antonio Padella ro e Cinzia Monteverdi con il 16,26% ciascuno, Chiare Lettere con l'11,34%, la Società Editoriale il Fatto col 9,65 e Francesco Aliberti che ha in portafoglio il 7,35%. Cosa sta accadendo nella composizione societaria dell'editore del quotidiano fondato da Padellaro e diretto da Travaglio? Perché Edima ha più che dimezzato la propria partecipazione nel giro di un mese? E chi sta comperando i titoli finiti sul mercato? Il 7,7% è finito in mani amiche? Oppure qualcuno sta rastrellando le azioni con intenzioni non propriamente «cordiali»? E in questo caso, quali potrebbero essere le intenzioni dei soci entranti?

 

 

IL TITOLARE DI GIANO
In realtà la Edima è arrivata a detenere addirittura il 16,26% della Seif, al pari dei soci maggiori. Era l'aprile 2013 e la società partecipata dagli imprenditori marchigiani scese in campo per rilevare la quota del consulente d'azienda marchigiano Luca D'Aprile, uno dei fondatori del giornale. Nata l'anno precedente, Edima, al momento di entrare nella compagine societaria del Fatto era controllata per il 10% dallo stesso D'Aprile insieme con altri tre azionisti, pure loro tutti marchigiani, il più noto dei quali è sicuramente l'imprenditore Enrico Paniccià, titolare del calzaturificio Giano di Torre San Patrizio, in provincia di Fermo, proprietario del 28,33% del capitale Edima, affiancato da Maria Angela Iozzi con il 33,33% e da Mario Cesetti col 28,33%.

 

 

SEI MESI DI CORSA
Ma non è da ieri che il mercato mostra attenzione verso le azioni del Fatto. In sei mesi sono passate dai 48 centesimi del 18 dicembre 2020 ai 74 cent di ieri. Un balzo del 55,21%. Simile a quello messo a segno da Rcs e Cairo Communication, sempre nel se mestre, con le scintille fra l'editoredel Corriere e il fondo Blackstone, sulla cessione agli americani, avvenuta nel 2013, della sede storica in via Solferino. Ma questa è un'altra storia, che ha poco a che fare con la Borsa, mentre la vicenda di quello che assomiglia sempre di più a un divorzio degli imprenditori marchigiani dalla coppia Travaglio-Padellaro, ha per cornice Piazza Affari. Le ultime sedute sull'Aim paiono rimarcare questa differenza. Mentre ieri Rcs e Cairo Communication hanno chiuso in calo rispettivamente del 3,21 e del 3,75%, la Seif ha finito la seduta a +5,67%.

 

 

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