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Matteo Bassetti contro il Cts: "Inutile parlare di lockdown". E contro Speranza: "Inaccettabili errori sul sequenziamento"

 Matteo Bassetti

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"Non serve parlare di lockdown". Matteo Bassetti frena gli esperti che al solo sentire parlare di variante Delta gridano alla zona rossa. "Parlare oggi di zone rossa o lockdown non serve, occorre che gli italiani si vaccinino perché con la variante Delta gli obiettivi finali della campagna vaccinale sono cambiati". Il direttore della Clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova ribadisce all'Adnkronos la necessità di immunizzare quante più persone possibili. Almeno - è la sua stima - "l'80-85 per cento della popolazione" entro la prossima stagione.

 

Dall'altra parte però c'è il rischio già avanzato da alcune Regioni tra cui la Lombardia: le dosi di vaccino contro il coronavirus stanno finendo. Per questo, è l'appello dell'infettivologo, "non possiamo accettare che rimangano senza vaccini milioni di persone". In caso contrario a ottobre avremo una fetta consistente della popolazione troppo vulnerabile. Da qui l'unica via d'uscita, "il sequenziamento". "Vorrei sentire una parola più forte dalle istituzioni sul sequenziamento e la genotipizzazione dei casi registrati - prosegue senza tralasciare un chiaro rimprovero al ministro della Salute Roberto Speranza -, è inaccettabile che in un momento come questo l'Italia rimanga all'1 per cento dei casi sequenziati, dobbiamo correre e arrivare anche al 10".

 

 

Inutile, dunque, tornare a chiudere tutto in caso di aumento della diffusione della variante Delta. "Le zone rosse o i lockdown non li stanno facendo neanche gli inglesi. Possono essere una soluzione estrema ma davvero vogliamo chiudere di nuovo gli italiani? Si deve puntare sul tracciamento dei casi, soprattutto di chi arriva dall'estero". Al momento, secondo i dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità, la variante indiana sarebbe stata riscontrata in Italia nel 16,8 per cento del casi totali. A prevalere è così il ceppo Alpha del Covid, quello più comunemente conosciuto con il nome di "variante inglese". 

 

 

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