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Giuseppe Conte e Beppe Grillo, la bomba di Domenico De Masi: "Un dramma personale dietro allo scontro"

Domenico De Masi  

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Sostiene che ci sia un "dramma personale". Perché "Conte e Grillo si parlano poco". Il sociologo Domenico De Masi, amico di Beppe Grillo ed esperto del fenomeno M5s, nonché "mediatore fra lui e Conte" ("ma si esagera"), in una intervista a Il Messaggero, testimonia "che nei mesi scorsi Grillo ha parlato molto più con Draghi che con Conte". E secondo De Masi, l'ex presidente del Consiglio ha commesso un errore a porre Grillo di fronte allo Statuto elaborato da lui: "Conte sta sbagliando", innanzitutto "perché è poco flessibile. Ad un certo punto ha ribadito che il leader di un partito deve scegliersi anche la struttura di comunicazione. Ora, per carità si tratta di un pilastro importante, ma un qualche compromesso si può fare". Invece "Conte sta dicendo che o si fa come dice lui o salta tutto".

 

 

Ma i Cinque stelle, osserva De Masi, posto che la leadership resta comunque "fondamentale", "hanno una liturgia corale che va in qualche modo mantenuta. Conte ha detto troppi io quando ha rivendicato la scelta dei candidati per Napoli e per la Calabria sui quali si è consultato con il Pd e le altre forze della sinistra. Ma non è così che si costruisce un partito". Se i pentastellati, ragiona il sociologo, sono arrivati a prendere il 33 per cento, è "perché erano un tavolo con cinque gambe". "Quella governista di Di Maio e Patuanelli. Quella movimentista di Dibba. Quella tecnologica rappresentata dalla piattaforma Rousseau che con tutti i suoi limiti è stata una grande innovazione a livello europeo. Quella radicale anti-casta. Quella carismatica di Grillo e di Casaleggio padre. Alcune di questa gambe sono già state segate ma se si esagera il tavolo crolla".

 

 

Ora è molto difficile prevedere come si concluderà questo braccio di ferro tra Grillo e Conte: "Siamo al 50% contro un altro 50%", conclude De Masi. "In queste situazioni potrebbe prevalere l'emotività agli interessi collettivi. Sarebbe un peccato perché miracolosamente e nonostante mille peripezie i 5 Stelle mantengono da un anno fra il 15 e il 18% dell'elettorato. Segno che la società italiana continua a chiedere qualcosa proprio a loro". 

 

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