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PiazzaPulita, Paolo Mieli: "Trattativa Stato-mafia, un buco pazzesco nell'inchiesta. In mezzo anche Scalfaro e Ciampi"

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La corte d'assise di Palermo ha assolto al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e l'ex senatore Marcello Dell'Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. "Una sentenza clamorosa", la definisce Paolo Mieli ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita. Nel salotto di La7 il giornalista premette che "la trattativa ci fu, ma che era in questione se questa trattativa fosse stata avviata per ammorbidire la mafia o se lo Stato si piegò e per colpa di chi".

 

 

Secondo questa sentenza infatti "lo Stato non si piegò". Come ricorda Mieli dal 1861 in poi di trattative di questo tipo ce ne sono state a "bizzeffe". Questa volta però è stato diverso, "perché quello che sembrava dalla sentenza di primo grado e che lo Stato si fosse piegato, avesse dato in cambio qualcosa - prosegue l'editorialista del Corriere della Sera -. C'era un buco pazzesco nell'inchiesta ed era che questa trattativa iniziò tra il '92 e il '93, in mezzo però c'erano anche Scalfaro e Ciampi".

 

 

Quelli che Mieli definisce "dei miti". Proprio qui sta il punto: "Si dribblava il periodo tra il '92 e il '93. Si saltava a pié pari fino a Dell'Utri. È bizzarro". Da qui la conclusione: "Dobbiamo prenderci la responsabilità, bisogna che qualcuno ammetta che si è sbagliato qualcosa. Io sono uno di quelli".

 

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