Alberto Zangrillo in ospedale, fucilata a "terroristi" e Selvaggia Lucarelli: "Perché ci raccontano altro"
Una voce fuori dal coro quella di Alberto Zangrillo. Il primario dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano nei giorni di festività ha criticato gli allarmismi vari. Ancora una volta, tema centrale, è stato il Covid e la nuova variante Omicron. "Questa sera - ha cinguettato il 26 dicembre - in Pronto Soccorso mi sono fermato a parlare con i ragazzi della Croce Bianca: 'A Milano nessuna pressione, solita routine'. Perché i media ci raccontano altro?". Un messaggio che, tra le righe, potrebbe essere rivolto anche a Selvaggia Lucarelli, che ha criticato nelle ultime ore il professore dopo che quest'ultimo aveva puntato il dito contro il "terrorismo" che ha spinto centinaia di migliaia di persone a correre al tampone.
L'accusa come sempre è all'informazione che viene data. Nulla di nuovo, visto che Zangrillo non ha mai nascosto la sua insofferenza nei confronti di chi divulga quelle che l'esperto definisce notizie falsi: "La gente sta a casa, ha paura ad andare nei negozi perché è stato detto e scritto che se si va fuori si prende la variante Omicron e si muore, invece è assolutamente falso - commentava qualche giorno fa -. Qui se non ci diamo tutti una regolata, ma soprattutto voi media, l’Italia diventa un Paese povero e sempre di più, fino a quando non diventeremo l’oggetto dello shopping di altri paesi che sono stati più intelligenti e competenti di noi".
Stesse critiche anche per le code in farmacia: "Santo Stefano, ore 10 a Milano. 200 metri di coda per alimentare le casse delle farmacie, il terrorismo giornalistico e certificare la morte del Paese". Poco prima un altro tweet: "A Milano gli assembramenti sono creati da persone in attesa di tampone fuori dalle farmacie. La paranoia da contagio, creata dai media, è una malattia incurabile". Malattia che per Zangrillo può portare a un solo scenario: la distruzione del Paese.