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Battaglione Azov, ira-Sgarbi: "O sono nazisti e ha ragione Putin...", quello che ora non dicono

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Un Vittorio Sgarbi incontenibile, quello che dice la sua in collegamento con Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro il lunedì sera e in onda su Rete 4. Al centro del dibattito, va da sé, c'è il conflitto in Ucraina, l'invasione della Russia. E nel programma Mediaset ci si concentra in particolare su due dei principali temi che hanno animato il dibattito nel corso degli ultimi sette giorni.

 

Il primo di questi due temi è il processo a Vadim Shishimarin, il giovane sergente, 21 anni, finito alla sbarra a Kiev per crimini di guerra e condannato rapidamente all'ergastolo per aver ucciso un civile a sangue freddo. La linea difensiva di Shishimarin era quella di aver eseguito un ordine e che non avrebbe potuto fare altrimenti, ma non lo ha salvato dal massimo della pena. E Sgarbi, sulla vicenda, afferma: "È una prepotenza non una sentenza, il soldato deve avere delle attenuanti. Un soldato non può decidere per sé, quindi lo vedi come una vittima. Lui è stato la mano ma la mente è un’altra", ha rimarcato.

 

Dunque si è tornati a parlare del Battaglione Azov, il tutto dopo la resa e l'evacuazione della fonderia Azovstal, con le conseguenze ancora non del tutto chiare per i resistenti ucraini finiti in mano russa. Per certo, in questi ultimi giorni, si sono levate moltissime voce in Occidente a favore del battaglione Azov. E Sgarbi di fatto, insiste su una certa incongruenza: sono degli eroi o dei "neonazisti"? E come mai, si interroga, proprio ora vengono accantonate le accuse contro il Battaglione che abbiamo sentito nelle settimane precedenti all'evacuazione di Azovstal? "O diciamo che sono nazisti e allora ha ragione Vladimir Putin o sono eroi", taglia corto Sgarbi, sintetizzando il suo punto di vista.

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